sabato 5 marzo 2016

Recensione "La luna e l'acqua" di Andrea Nicoli - I Disgeli -



Andrea Nicoli

La luna e l'acqua

I Disgeli

Una storia che percorre Venezia con tristezza e malinconia, mentre sulla città incombe un inevitabile destino. Un romanzo fra il gotico ed il noir: il protagonista, un giovane musicista veneziano, si innamora di un'attrice svedese ed insegue il suo sogno a distanza, vivendo come l'acqua dei canali che di notte mestamente riflette la luce della luna. Parallelamente, Venezia è colpita dagli omicidi del killer dei turisti, braccato dalle faticose indagini di un ispettore di Polizia che torna dopo molto tempo nella sua città natale, per salvarla da un incubo che sembra creato da lei stessa. Le due storie si accavallano, a volte sfiorandosi, a volte incontrandosi senza riconoscersi, in un susseguirsi di riflessioni esistenziali e picchi di suspence, con un'aura di morte costantemente aleggiante.

Un romanzo pacato e raffinato "La luna e l'acqua" scritto dal giovane Andrea Nicoli. La vicenda del serial killer assume un aspetto quasi di contorno, motivo e spunto per raccontare invece quello che è oggi Venezia. Un atto di amore incondizionato verso questa città da parte di chi la vive giorno per giorno e che la vorrebbe non più violentata e calpestata da orde di turisti che ne deturpano le antiche bellezze, le antiche atmosfere. Che rivorrebbe i suoi silenzi con il solo rumore del mare a fare da sottofondo. Una visione quasi malinconica, permeata di pessimismo ma anche di speranza. Tutto ruota attorno al racconto di Leo, giovane musicista, che con descrizioni sommesse ma molto intense porta il lettore a scoprire angoli e particolari della città più caratteristica del mondo. Un lungo viaggio, che però non annoia grazie alla scrittura pulita di Nicoli. Un viaggio molto introspettivo alla ricerca di se stesso, fatto di riflessioni, di pause, di grandi interrogativi personali. Ma con inserti a volte anche divertenti sempre velati però da un fondo di malinconia. Personaggi molto sfumati a partire proprio dal protagonista. In questo romanzo è la città a farla da padrona, andando a sfiorare quasi il noir metropolitano, anche se parlando di Venezia la cosa, non si sa perchè, appare alquanto insolita, anche agli occhi degli stessi suoi abitanti, da chi la vive giorno per giorno. Quasi un racconto onirico, fatto di sensazioni e sentimenti a volte contrastanti. Non è un romanzo caratterizzato ovviamente da tinte e toni forti e non lo considererei neppure un noir. Invece concordo sulla definizione di gotico, favorito anche dalla scrittura quasi "antica", nel senso più positivo del termine, dai toni sfumati e sommessi seppur incisivi. Nicoli non scende mai nei dettagli del caso, degli omicidi, ma lascia in sospeso il lettore con questa sensazione di tragedia imminente, con la morte che è sempre pronta a ghermire, un uomo dopo l'altro, una donna dopo l'altra, a caso. Un po' una metafora di quella che è la vita. Un libro elegante che pur non dando quelle scosse tanto amate dai "giallisti", invoglia sempre alla lettura, trascinati a farlo dalla "penna" molto "stileggiante" dello scrittore. Da leggere con calma e insistenza perchè le prime pagine danno un'impressione probabilmente diversa. Insomma libro che ha bisogno del suo piccolo rodaggio. Con il susseguirsi delle pagine la storia ha "presa", passando dalla più pura narrativa al quasi thriller. Con un finale molto particolare. In conclusione un buon romanzo che ha dalla sua alcune particolarità ben precise. Ho solo avuto qualche dubbio sulla lunghezza: ma alla fine direi che un percorso umano così accidentato e intenso, in effetti richiedeva un buon numero di pagine. Un libro complessivamente molto gradevole e interessante. 

Buona lettura

Paolo Vinciguerra


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