giovedì 22 ottobre 2015

Intervista a Carlo Frilli, direttore editoriale della Fratelli Frilli Editori di Genova a cura di Paolo Vinciguerra







1) Abbiamo il piacere di ospitare su Atmosfere Letterarie  Carlo Frilli, direttore editoriale della Fratelli Frilli Editori, che ringraziamo per la sua cortesia e disponibilità, per la sua amicizia, per l'affetto e l'attenzione che ha sempre dimostrato nei confronti di questo blog. Benvenuto Carlo....


Grazie dell’invito e di questa gradevole occasione che mi viene concessa per parlare della mia casa editrice ma soprattutto per poter ringraziare pubblicamente Franca Costa e Paolo Vinciguerra per la loro passione per la lettura, la assidua ricerca di nuovi autori ed editori e la freschezza con la quale recensiscono e quindi rappresentano il mondo del giallo e del noir.

 

2) Allora Carlo, pertiamo subito con la domanda canonica. Puoi raccontare  ai nostri lettori quando e come è nata la Fratelli Frilli Editori?


Anagraficamente la Fratelli Frilli Editori nasce nel gennaio del 2000 a Genova. Come idea invece si sviluppa molti anni prima. Mio padre Marco, che della casa editrice è fondatore e amministratore, ha da sempre lavorato nell’editoria con entusiasmo e curiosità. Rappresentante editoriale prima Mondadori e poi Laterza sino alla pensione, ha potuto maturare una grande esperienza che, abbinata a buone intuizioni e riconosciute capacità professionali, diedero vita al progetto della casa editrice. Tutto iniziò per l’amore per la lettura e i libri ma in particolare dalla felice intuizione di creare una collana di gialli-noir ambientati nelle città italiane a partire dalla nostra Genova. Per i patiti di aneddotica lo spunto glielo diede un giallo uscito negli anni ’80 che fu uno strepitoso successo genovese, “I cioccolatini di Soziglia”.



3) La Frilli in Italia è ormai conosciuta per la sua collana di libri noir, anche se non pubblicate esclusivamente noir. A cosa è dovuta la scelta di specializzarvi maggiormante in questo genere letterario?  


  
Per certi versi la scelta è maturata spontaneamente da ciò che giungeva come risposta da parte dei lettori, per altri versi da una nostra vocazione. Ci si è concentrati su ciò che sapevamo fare meglio o se preferite su ciò che nell’immediato ci dava maggiori garanzie di riuscita. Inizialmente abbiamo abbracciato con diverse collane vari generi, narrativa, storia, saggistica, sport e semmai in un primo tempo eravamo più sbilanciati su tutto il resto che non fosse la narrativa e il noir. Ma con il passare del tempo e con le prime confortanti risposte dal mercato si decise di concentrarci maggiormente sulla narrativa giallo-noir.


4) La scelta, direi vincente e molto apprezzata dai lettori, di "localizzare" le storie in città ben definite, è un altro vostro punto di forza. A chi è venuta questa idea? 


L'idea fu di mio padre Marco, come la scelta cromatica delle copertine e come molte altre. La fortuna di lavorare a stretto contatto con il mondo editoriale e con le librerie furono spunti di una riflessione che portarono a valutare come percorribile questo tipo di progetto. In effetti, a ben guardare, nessuno prima aveva pensato di proporre il proprio territorio, le città e le province raccontandole per l'aspetto più noir di ognuna di esse.


5) Dopo un inizio che vedeva i romanzi da voi pubblicati avere una connotazione molto genovese e ligure, adesso i vostri autori coprono quasi tutta la Penisola. E' un grande soddisfazione per voi penso, ma credo anche ci sia stato dietro un grande lavoro. Ci puoi parlare di come siete arrivati a questo sviluppo così capillare ?


 Quando si parla di editoria c’è quasi sempre dietro un grande sforzo e tanto lavoro. Se poi parliamo di piccola editoria gli sforzi e le energie da metterci per rimanere a galla diventano di dimensioni ragguardevoli. Cerchiamo sempre di mantenere e avere un contatto diretto con il mercato, con i suoi umori, le sue mode, gli alti e i bassi. Questo ci permette di comprendere meglio quelle che sono le voglie dei lettori e capire quando si possa provare, spesso rischiando, a pubblicare gialli fuori da quella che noi definiamo “area sicura”. Quando siamo partiti abbiamo attinto dalla nostra Genova e dalla Liguria alla ricerca di quelli che potevano essere scrittori di talento. Ma col passare del tempo il nostro operato veniva colto come interessante e apprezzato anche da lettori di altre città e altre regioni. Fu questo a convincerci di provare ad allargare i nostri orizzonti e a testimonianza di questo non tardarono ad arrivare in casa editrice manoscritti di noir ambientati nelle vicine Piemonte e Lombardia che da lì a poco divennero insieme alla Liguria le nostre “aree sicure”. Oggi stiamo ancora cercando di ampliare il nostro raggio di azione, ma nel frattempo possiamo goderci nuove regioni come l’Emilia Romagna, la Toscana e la Sicilia in cui il giallo Frilli ha trovato nuovi lettori accontentando una parte del pubblico del genere giallo-noir.  


6) Intervistando, presentando o semplicemente chiacchierando con molti degli scrittori da voi pubblicati, mi ha colpito molto la frase che praticamente quasi tutti mi hanno detto. Con la "Frilli" esiste prima di tutto un rapporto di amicizia e rispetto reciproci. Solo in seguito si parla di contratti e di marketing. Oggi è una frase rara da sentire nel mondo dell'editoria e ti chiedo un commento su questo. E' davvero così speciale questo rapporto con i vostri autori?

Mi fa piacere venire a conoscenza di questo parere comune a molti dei nostri autori e mi fa ancora più piacere poter confermare che con la maggior parte di loro ci sono oramai rapporti di amicizia consolidata. Il nostro "modus operandi" è da sempre stato questo, credo che sia più una questione caratteriale e di educazione. Allo stesso tempo però vorrei aggiungere che l'empatia che si viene a creare leggendo per la prima volta i romanzi di quelli che sarranno i nostri autori è tale che, una volta compreso che quello scritto farà al caso nostro è una prima unione, è un gesto intimo la lettura come lo sono i consigli e le revisioni eventualmente proposte. Non mi illudo però che questi rapporti debbano per forza essere duraturi, non siamo sposati con i nostri autori, abbiamo con loro un rapporto amichevole ma professionale. Quello che fa male, talvolta, è l'incoerenza, quella che normalmente si usa chiamare riconoscenza.


7) Puoi spiegare ai nostri lettori, brevemente, come è strutturata la vostra casa editrice? Fate tutto in casa o vi appoggiate anche a strutture esterne? 

La Fratelli Frilli Editori è una casa editrice che potremmo definire a conduzione familiare. Operano in essa oltre al sottoscritto, mio fratello, mio padre, mia moglie e mia cognata. Talvolta utilizziamo per l'editing delle persone qualificate ma esterne e un grafico, anche lui esterno, che nella vita fa il taxista. Non siamo tipografia e quindi le nostre stampe vengono date ad aziende specializzate. Ognuno all'interno della casa editrice ha una o più funzioni, ognuno è indispensabile e difficilemente sostituibile.

8) Una curiosità. Quanti manoscritti vi giungono circa ogni mese per essere valutati? E chi si dedica alla lettura di questi?

Da circa due anni ho apportato una regola per i manoscritti che prevede una pre-selezione inviando la sinossi del testo che si vuole proporre. Fino a due anni fa ci venivano inviati una media di venti/trenta manoscritti al mese. Oggi arrivano tantissime sinossi per mail (una decina al giorno) e una decina di cartacei per posta al mese. Le sinossi che sono in linea con la nostra produzione e che ci stuzzicano sono quelle di cui chiediamo agli autori di inviarci il testo definitivo per poterlo visionare. Mio padre ed io siamo gli unici che si occupano della lettura e della scelta dei testi.

9) Carlo, come valuti la situazione editoriale in Italia in questo momento? Molte librerie indipendenti stanno chiudendo travolte dalla grande distribuzione che può ovviamente permettersi di effettuare sconti e promozioni che la piccola libreria non può certo sostenere....

  
E’ una situazione non facile che parte da molto lontano e che con la crisi economica degli ultimi anni ha ulteriormente aggravato la condizione dell’editoria in Italia. Librerie che chiudono e altre in crisi, ma tra queste non ci sono solo le indipendenti. Le Feltrinelli, un esempio su tutte, è la più importante catena libraria nel nostro paese eppure soffre inesorabilmente della crisi. Contratti di solidarietà, personale tagliato e previsione di ridimensionamento o chiusura di alcuni punti vendita. Le piccole realtà e le librerie indipendenti soffrivano già prima e continuano a farlo ancor più adesso. Qualcuno attribuisce agli ebook una responsabilità di questa situazione e probabilmente il mercato del digitale ha contribuito, ma non è solo per questo che ci troviamo di fronte a questo impoverimento repentino di librerie. Secondo il mio parere sono tanti i colpevoli. Uno su tutti è senz’altro il monopolio del mercato delle grandi case editrici e delle loro relative distribuzioni. Il prossimo “assassino” pronto a dare una pugnalata al moribondo panorama editoriale e librario sarà la fusione dei due colossi Mondadori e Rizzoli. Aspettiamoci di tutto.  

10) Argomento spinoso. Caro libri. Voi avete lanciato ormai da qualche anno la vostra nuova collana "I Tascabili" ad un prezzo molto molto competitivo e abbordabile, non tralasciando minimamente la qualità del libro, che è sempre ottima. Cosa ne pensi di questo continuo aumento del prezzo di copertina da parte di tanti editori, che si avvia ormai mediamente verso i venti euro? Può essere un motivo per cui in Italia si legge poco o è più una questione culturale? 

  
Il prezzo dei libri è un altro degli “assassini” di cui parlavo nella risposta precedente. Se la Fratelli Frilli Editori come la Newton e altri pochi editori piccoli e medi riescono a tenere il prezzo di copertina basso non vedo perché non possano farlo anche i colossi dell’editoria. In alcuni paesi europei, oramai da molti anni, hanno preso la sana abitudine di fare uscire in contemporanea le novità di grido degli autori più famosi nella duplice veste rilegata “da regalo” che nella versione tascabile “economica”. Probabile che abbiano ridotto le copie stampate della tiratura rilegata, ma i numeri alla fine gli hanno dato ragione, i lettori possono scegliere l’edizione più adatta alle proprie esigenze e al proprio portafoglio e vendite e fatturato si sono mantenuti a livelli accettabili. Certo, la crisi la vivono anche nel resto d’Europa, ma oggi, con questa politica lungimirante, hanno avuto il merito di non trovarsi tra gli ultimi posti della classifica mondiale come numero di lettori. E l’Italia invece con i prezzi del mercato libraio regolamentati dai grandi editori in quale posizione di classifica si trova?  

11) Il futuro saranno gli e-book? Perchè in Italia hanno un costo così elevato rispetto ad altri paesi europei e agli Stati Uniti?


Penso che adesso sia un momento favorevole per il mercato degli ebook per diversi fattori. Nonostante siano più cari rispetto agli Stati Uniti, non dimentichiamo che i libri cartacei in Italia hanno un prezzo ancor più elevato e comunque basta saper aspettare per cogliere occasioni a prezzi ribassati. In questo la tecnologia aiuta i lettori di ebook. Vado controcorrente e sono certo che gli ebook possano essere un utile alleato per i libri di carta. Lo dico a ragion veduta, le vendite del mercato digitale aumentano mentre quelle del cartaceo sono in calo. Ma chi acquista il digitale non dimentichiamo che sono pur sempre lettori e forse, in una buona percentuale, sono lettori che non riescono più a frequentare assiduamente le librerie tradizionali, oppure sono lettori stanchi di spendere troppi soldi per i libri cartacei, o sono più banalmente nuovi preziosi lettori. Ed è proprio questo che mi fa vedere con ottimismo l’avvento degli ebook. Il perché del costo elevato è lo stesso perché dei prezzi di copertina dei libri cartacei. Prezzi alti per autori famosi, ma autori famosi e testi di qualità non sempre vanno di pari passo…  

12) Carlo, in questi anni avete scoperto e pubblicato tanti nuovi bravissimi scrittori, creando una squadra di tutto rispetto che molte major editoriali vi invidiano. Domanda spinosa. C'è mai stato qualche autore in cui non avete creduto e poi si è rivelato una sorpresa? Viceversa c'è mai stata da parte vostra una grande intuizione che altri editori non hanno saputo cogliere?

  
No, la risposta è secca perché una delle nostre caratteristiche principali è proprio quella di pubblicare solo e unicamente ciò che ci piace e quello in cui crediamo fortemente. Possiamo aver avuto qualche titubanza su alcuni titoli o autori, ma quando lo abbiamo pubblicato è stato sempre e solo perché ci abbiamo creduto sino in fondo. E’ pero successo più di una volta, per fortuna, che ciò che piaceva molto a noi piacesse poi molto anche ai nostri lettori. Una grande intuizione è stata proprio quella di cui parlavo ad inizio intervista, l’aver dato vita ad una collana “popolare” di un genere altrettanto popolare ma insolita e unica se vogliamo. Un’altra felice intuizione fu quella durante i giorni del G8. Fummo i primi, facilitati dalla nostra posizione genovese di vantaggio rispetto ad altri, a raccontare in presa diretta i fatti di quei giorni. Testimonianze raccolte a tempo di record, reportage confezionati con spillature veloci ed economiche che furono estremamente utili a riportare nero su bianco un capitolo di storia che sarebbe troppo facile dimenticare ma che così facendo rimarrà pressoché indelebile.  

13) Pochi mesi fa, in occasione di un famoso premio letterario nazionale, hai espresso su molti giornali e siti internet la tua opinione piuttosto polemica nel riguardo di questi premi , evidenziando in particolar modo come la piccola e media editoria siano sempre più penalizzate dai criteri di scelta e di giudizio delle varie giurie. Ce ne vuoi parlare? 



I premi letterari, in particolare quelli più famosi, dovrebbero avere una funzione differente rispetto a quello cui siamo abituati a vedere. Non si può certo pretendere che siano i premi letterari a scovare i talenti, ma non posso nemmeno credere che non esistano scrittori sconosciuti con una proposta migliore rispetto ai soliti noti. Eppure puntualmente accade che partecipino e vincano solo ed esclusivamente le grandi case editrici che hanno autori, per lo più bravi, ma che necessitano di una spinta promozionale. Se uno volesse pensare male sembra quasi che questi big dell’editoria se la suonino e se la cantino, sembra quasi che si mettano d’accordo a tavolino per stabilire i turni dei vincitori. Si aggiunga a tutto questo che l’apertura del Premio Strega, cui fa riferimento la vostra domanda, era una finta apertura. Infatti, nella lontana ipotesi di essere selezionati, gli editori dovevano spedire 500 copie dei volumi in finale…tengo a precisare però che per alcuni piccoli, minuscoli e anche medi editori, talvolta 500 copie costituiscono la tiratura totale del singolo titolo! Per le grandi sigle editoriali è comprensibile che le 500 copie non rappresentino un problema, ma per il piccolo editore lo spettro di tutte queste copie da dover inviare alla giuria esercita un forte ed ulteriore deterrente.  

14) A questo punto ti chiedo anche un parere sui Saloni Nazionali. Cosa ne pensi di quello sfoggio di lustrini  che è diventato Il Salone del Libro di Torino? 

  
Con il prossimo Salone di Torino saranno 5 anni che la Fratelli Frilli Editori non partecipa alla kermesse torinese. Lo dico con un po’ di rammarico, sono convinto che valga sempre la pena esserci piuttosto che non esserci. Purtroppo però il Salone è una slot machine e per partecipare si è costretti a inserire tante, troppe monete. Si voglia anche che lo spazio dove si trovava il nostro stand, che per anni era collocato in un ottimo e strategico punto, fu arbitrariamente assegnato agli eReader e agli eBook. Negli anni a seguire non riuscimmo più a trovare uno spazio con caratteristiche simili e quindi decidemmo di sospendere la nostra partecipazione. Aggiungo una nota a margine, una riflessione a voce alta, in un paese che staziona agli ultimi posti della classifica mondiale dei lettori forse sarebbe il caso di incentivare alla lettura, di aprire gratuitamente i cancelli del Lingotto a tutti e di non mettere ulteriori barriere tra libro e persone, non credete?  


15) Lavorativamente parlando qual è stata la soddisfazione maggiore che hai avuto come editore in questi anni? E la delusione maggiore?


Per fortuna posso dire di essermi tolto tante soddisfazioni. Siamo stati tradotti con successo all’estero in Germania, in Spagna e Sudamerica; ho ricevuto i complimenti sinceri e testimonianze di stima da importanti e grandi scrittori come Massimo Carlotto, Marco Vichi, Francesca Mazzuccato, Marcello Fois, Marco Malvaldi e molti altri; abbiamo lanciato autori che oggi pubblicano con importanti editori come Garzanti e Mondadori. Ma la soddisfazione più grande è quella di essere riusciti a fare il lavoro che ci piace con i criteri che ci siamo impartiti all’inizio di quest’avventura, senza piegarci, senza soprattutto aver distorto o smarrito il vero significato di Editore. Le delusioni più cocenti le ho avute per lo più dagli autori e dai loro comportamenti. Qualche volta la delusione è arrivata anche da scarsi risultati di vendita di libri su cui invece avevamo creduto molto, ma sarà che questo lo incaselliamo alla voce “rischio d’impresa” che non vale la delusione nel fallimento dei rapporti umani.  

16) Ultima domanda. La Fratelli Frilli Editori ha acquisito una fascia di mercato importante e sempre più spesso i lettori parlano con entusiasmo dei vostri romanzi come di "quelli dalle copertine gialle",  ne apprezzano gli scrittori e le storie che questi narrano al loro interno.  Esiste un rapporto con i lettori anche da parte dell' editore? O è solo prerogativa dello scrittore?

  
Questa domanda mi permette di ricordare e di parlare di un nostro caro lettore purtroppo recentemente scomparso. Fulvio, questo il suo nome, era diventato un amico caro e seppur non ci fossimo mai incontrati di persona, ci sentivamo ogni settimana ritagliando un nostro spazio per parlare di libri, di vino, cibo e di calcio. Un bel rapporto, partito diversi anni fa da una semplice telefonata per avere informazioni riguardo i libri da noi pubblicati. La mail ma in particolare i social network, hanno ridotto la distanza tra lettore ed editore come allo stesso modo quella tra lettore e scrittore. Noto con piacere che i contatti in tal senso sono sempre più frequenti e proficui. Capita alle volte che gli stessi lettori ci segnalino i refusi da correggere, oppure che ci scrivano per farci i complimenti, che si informino sulla possibilità di conoscere di persona i nostri autori. Sui social ci seguono assiduamente, mi occupo personalmente di far conoscere le nostre pubblicazioni e la nostra attività e riscontro piacevolmente un interesse vivo e crescente.  

17) Grazie ancora Carlo per la tua pazienza e per averci voluto concedere un po' del tuo tempo.

  
Grazie a voi per lo spazio concesso a me e alla Fratelli Frilli Editori e ancora complimenti per la vostra utile iniziativa. Lunga vita ad “Atmosfere Letterarie”!  

Paolo Vinciguerra




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