mercoledì 3 febbraio 2016

Recensione "Darkland" - Melville Edizioni - e intervista allo scrittore Paolo Grugni. A cura di Daniele Cambiaso.








Intervista e recensione
Paolo Grugni, “Darkland”, Melville ed., 2015

a cura di Daniele Cambiaso

Il nazismo è un argomento che, a livello narrativo e soprattutto nell’ambito dei cosiddetti “generi”, ha rischiato sovente di cadere nello stereotipo comodo e un po’ superficiale del Male assoluto, senza un reale tentativo di comprenderne le radici profonde, che poi sono quelle che non gelano e permettono il propagarsi e il diffondersi di questa ideologia anche ai nostri giorni.

Per fortuna, ci sono autori che si discostano dalla comoda via già tracciata e provano a percorrerne una nuova, lastricata di letture e ricerche; una strada forse scomoda, in grado, però, di attribuire profondità e spessore a un’apprezzabile trama di intrattenimento. Molti lettori hanno apprezzato “L’oro e la cenere” di Eliette Abécassis, la splendida serie dedicata da Philip Kerr al detective Bernie Gunther o i romanzi di Bernhard Schlink legati alle avventure dell’anziano detective Selb; un tentativo di analisi fuori dagli schemi consueti (e consunti) in Italia è stato sviluppato da Claudia Salvatori, una delle autrici più poliedriche e autorevoli del giallo italiano, con “Nessuno piange per il diavolo” o con la serie dedicata alla Walkiria Nera nella collana Segretissimo. 

"Darkland” di Paolo Grugni percorre questa strada, e lo fa con ottimi risultati.
Così, ci troviamo a seguire le peripezie del professor Karl Jerzyck, docente di criminologia presso l’Università di Monaco, sospeso dall’incarico per aver trasceso a vie di fatto con un allievo e alle prese con un matrimonio in piena crisi. Per ritrovare se stesso, si reca in una villetta offertagli da una coppia di amici nella Selva Nera: nel corso delle sue passeggiate solitarie, si imbatte in alcune ossa umane che – scoprirà - sono collegate alla misteriosa scomparsa di alcune persone avvenuta venticinque anni prima. Perché questi reperti presentano tracce di sostanze chimiche tossiche? Chi li ha fatti sparire così? E perché? Karl si mette in contatto con l’ex-ispettore della Kripo Arno Schulze, che all’epoca si era occupato senza successo del caso e ne era uscito irrimediabilmente segnato. I due riaprono l’inchiesta, finendo col riannodare i fili di un folle progetto che dalla Seconda guerra mondiale getta le sue ombre sinistre fino a oggi, entrando in contatto con un gruppo neonazista dalle forti connotazioni esoteriche e facendo emergere anche alcune verità poco note sull’ideologia hitleriana. E se, da un lato, la loro è una disperata corsa contro il tempo, ci sarà chi farà di tutto per impedire loro di raggiungere il traguardo. A qualunque costo.


“Darkland” è un thriller ben riuscito, caratterizzato da un ritmo incalzante che ammanetta il lettore alla pagina, in un crescendo di scene di azione e colpi di scena governati magistralmente fino all’ultima riga. La scrittura, asciutta e ben ritmata, scorre fluida per l’intero racconto, lungo il quale, come si diceva prima, affiorano importanti e innovativi spunti di riflessione e di approfondimento sull’ideologia nazista, le sue origini, le sue caratteristiche. Sono le pagine in cui emerge il precipitato di un ricco percorso di studio e di ricerca sviluppato da Paolo Grugni, che in appendice segnala opportunamente le fonti consultate con un implicito invito ad andare oltre il thriller, a scavare con nuovi strumenti nel profondo di un momento storico controverso e non ancora elaborato pienamente. Di romanzi così, oggi, abbiamo un gran bisogno.

Ne parliamo con l’Autore…





- Partiamo da te. Potremmo definirti un autore mitteleuropeo, in quanto sei milanese di nascita e vivi a Berlino… Ma qual è il tuo percorso di formazione culturale e di produzione letteraria? Si direbbe che tu sia molto stimolato dalla cronaca e dalla Storia…

“Grazie per  l’aggettivo “mitteleuropeo”. Lo ritengo un gran complimento. Il percorso che mi ha portato a ‘Darkland’ nasce molti anni fa, quando mi laureai in lingua e letteratura tedesca. Da quel momento la mia passione per la germanistica non è mai scemata. Per arrivare a un romanzo così storicamente complesso mi ci sono voluti però altri sette romanzi, romanzi in cui ho provato a occuparmi della tematiche dei giorni nostri: la situazione delle donna islamiche (Italian Sharia), la ‘ndrangheta in Lombardia (La geografia delle piogge) o la religione (L’Antiesorcista). Da un punto di vista storico ho ricostruito il ’77 con “L’odore acido di quei giorni”.

- Come mai “Darkland”? Da cosa è nata l’esigenza di scrivere un romanzo sul nazismo? E come mai hai scelto proprio la forma del thriller?

“Alcuni anni fa ebbi un’intuizione riguardo il nazismo. Era però necessario trovare le prove di quanto volevo andare a sostenere. Dopo quattro anni di studi e ricerca, credo di avercela fatta. La forma del thriller è stata scelta per dare corpo e vivacità a quello che è, in realtà, un romanzo storico il cui scopo è quello di svelare retroscena inediti.”






- I tuoi protagonisti sono personaggi molto efficaci e particolari. Un insegnante universitario caduto in disgrazia e un poliziotto anziano e malato, roso dal tarlo di non aver risolto il caso più importante della sua carriera. Come li hai concepiti?

“Volevo una coppia di antieroi, due che non fossero duri e puri. Ma due persone con dei passati complessi che si calano in qualcosa di molto più grande di loro. Due persone che sentono il bisogno di riscattarsi, di vivere la vita in modo diverso, di andare nella loro esistenza finalmente in fondo a qualcosa.”

- Come valuti il momento attuale della narrativa di tensione (gialli, noir, thriller)? Può dire ancora qualcosa di nuovo o si sta avviando a una fase di saturazione, come sostengono alcuni critici?

“Sono sincero. Non me ne occupo. Sono tutte cose da cui sto lontano. Come sto lontano da ogni ambiente letterario. Non fanno per me. Io scrivo, gli altri facciano quello che vogliono.

- Puoi rivelarci qualcosa suoi tuoi progetti futuri?

“Sto lavorando a due progetti. Una  lunga saga sulla mafia e un romanzo sul comunismo. Anche questo sempre ambientato in Germania, questa volta nella DDR degli anni Settanta.”

- Un messaggio in bottiglia per i lettori di “Atmosfere Letterarie”…


“Escono svariate decine di libri al giorno. Ne potrete leggere solo pochi. Scegliete con cura.”





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