Wajdi Mouawad
Anima
2015
Pag. 505
Fazi Editore
Una donna assassinata in una casa vuota, distesa in una pozza di sangue
nel buio del salotto. Unico testimone, il gatto. È questa la scena
agghiacciante che Wahhch Debch si trova davanti una sera, tornando dal
lavoro. Quella casa è la sua, quella donna è sua moglie. Accecato dal
dolore, assetato di vendetta ma soprattutto in cerca di risposte, l'uomo
parte alla caccia del killer. Nel disperato tentativo di trovare una
spiegazione al male, sprofonda nelle viscere di un mondo a sé stante,
che vive appena sotto la pelle del mondo civile, abbandonato a mafie e
traffici di ogni sorta, governato da leggi proprie. È un'esplorazione
della natura umana nei suoi lati più oscuri, quella compiuta da Wahhch,
un viaggio che lo porterà dalle gelide riserve indigene del Quebec, dove
le più orribili bassezze si mescolano alla bellezza della cosmologia
indiana, fino al Libano, dov'è sepolto il suo tragico segreto, un
episodio brutale dell'infanzia che gli ha cambiato per sempre la vita.
Sconvolgente odissea contemporanea, "Anima" è al tempo stesso un'ardita
provocazione letteraria: capitolo dopo capitolo, il filo della
narrazione è ripreso da una successione di mali, a partire dal gatto che
racconta la scena iniziale. In un atipico bestiario, cani, gatti, topi,
serpenti e insetti d'ogni genere si fanno testimoni dell'intera
vicenda, immergendo il lettore nella loro percezione della realtà. La
desolante verità che si delinea è una sola: "il cielo non ha visto
niente di più bestiale dell'uomo".
Nessun commento:
Posta un commento