Alessandra Monasta
La cacciatrice di bugie
2015
Pag. 280
Longanesi
«Tu sei incredibilmente empatica»: è la frase che la protagonista
si sente ripetere fin da quando è bambina, a scuola come a casa. Per
lei, all’inizio, è complicato capire in cosa consista veramente questa
qualità. Di certo sa solo che è un talento e, forse, anche una condanna. Quando,
anni dopo, il suo dono viene notato da un importante magistrato, per
lei si aprono inattese porte professionali... e personali.
Perché quel suo talento va ben oltre l’empatia: lei ha un orecchio assoluto per la verità, e soprattutto per la menzogna. Capisce, intuitivamente, tutto ciò che si cela dietro i racconti e dentro i silenzi delle persone. Diventa
perito fonico forense, addestrandosi e affinando quel talento naturale,
e nel giro di poco tempo si ritrova a lavorare sulle intercettazioni
dei casi di cronaca più sconvolgenti, quelli sulla bocca di tutti,
quelli che finiscono su giornali e telegiornali… Ma viverli dall’interno
è una cosa diversa: tanto entusiasmante a livello professionale quanto
capace di mettere a dura prova la sua resistenza emotiva. Per svolgere
un lavoro così delicato, deve imparare ad ascoltare analiticamente le
voci, a identificarle e a distinguere in chi parla i momenti di lucidità
da quelli di autentica follia. È una cacciatrice di bugie, sì... Ma a quale prezzo? Diventa
sempre più complicato conciliare il piano professionale con quello
personale. È sempre più arduo «uscire» dalle storie dopo ore e ore di
ascolto delle intercettazioni. Ed è sempre più difficile scegliere di
ignorare le bugie grandi e piccole di familiari, amici, conoscenti... E
dell’uomo di cui si innamora.
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