lunedì 7 settembre 2015

Claudio Coletta: Amstel blues

Claudio Coletta

Amstel blues


2014

Pag. 260

Sellerio








Dopo l'inatteso, straordinario successo del suo primo romanzo, Sandro Lucchesi è in crisi profonda. Forse è qualcosa di più della crisi di ispirazione che prende gli esordienti, una malinconia tenace, un senso di inutilità generale. Per guarire dalla quale decide di rivolgersi al passato e tornare in quella Amsterdam dove aveva vissuto fondamentali esperienze esistenziali e che prevede di usare come teatro del nuovo romanzo, una storia di spie. Dalla finestra del luminoso loft dov'è andato ad abitare, mentre s'aggira intorno alla vecchia scrivania lustra dall'uso in cerca di un'idea, s'accorge di una giovane donna nella casa di fronte, ne è come calamitato e comincia a studiarla. Viene nell'appartamento soltanto per scrivere, intensamente e senza sosta, lei, eppure spezzoni di vita ulteriore si intuiscono che non sembrano affatto così semplici. Sandro, da un lato, è investito dall'onda magnetica della ispirazione e, con la stessa frenesia della ragazza, ricomincia a scrivere e prova i diversi incipit della sua spy story; dall'altro, la fascinazione e la curiosità lo spingono a uscire fuori da quelle stanze sul canale, scrutando anche nella vita di fuori di Helene, così scopre chiamarsi la sua partner segreta. È un'ossessione che lega la capacità di scrittura di Sandro agli alti e bassi dei momenti di Helene, e che va articolandosi, coinvolgendo nuove persone, alleate complici e nemiche di una partita sconosciuta.

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