venerdì 31 luglio 2015

Recensione "Non sono un assassino" di Francesco Caringella - Newton Compton -



Francesco Caringella

Non sono un assassino

Newton Compton

È un freddo e piovoso mattino d'autunno, quando una scena raccapricciante sorprende la domestica del Sostituto procuratore Giovanni Mastropaolo: l'uomo giace nello studio della sua villetta, la fronte bucata da un proiettile. Non ci sono segni di effrazione e gli inquirenti rimangono sconcertati: l'omicidio non ha le caratteristiche tipiche di quelli compiuti della malavita organizzata, ipotesi che sembrava la più probabile, dato che la vittima era nota per le sue indagini contro la nuova camorra pugliese. E così, anziché rivolgersi verso l'ambiente criminale, i sospetti si concentrano su Francesco Prencipe, vicequestore, legato a Mastropaolo da antichi rapporti di amicizia e di collaborazione professionale. Dopo un drammatico interrogatorio, il funzionario viene accusato del crimine e arrestato. A questo punto l'unico modo che Prencipe ha per non finire i suoi anni in galera è quello di imbarcarsi in un'ardua battaglia giudiziaria per dimostrare la propria innocenza. Ma nel processo che lo attende verità e menzogna troppo spesso si intrecciano, separate da un sottilissimo filo...

Di difficile catalogazione questo bel romanzo di Francesco Caringella. Thriller? Legal thriller? Noir? Direi che al suo interno raccoglie diversi di questi generi narrativi. Con una sorpresa, ben strutturata e accattivante: questa volta si ribaltano gli scenari.  E' un vicequestore l'indagato, l'arrestato, l'incarcerato. Un vicequestore che diventa il primo sospettato di aver commesso un atroce delitto. Da questo punto parte un racconto molto intimista e introspettivo che porta il lettore a seguire tutte le fasi di un avvenimento di procedura penale. Con un buon ritmo narrativo, lo scrittore affronta il caldo tema della giustizia in Italia. Ottime le descrizioni delle fasi del processo, che vengono narrate in maniera semplice e chiara, portando alla luce pregi e difetti di un intero sistema giudiziario, materia che l'autore ben conosce e maneggia con estrema disinvoltura, essendo lui stesso un magistrato. Ma a parte questo aspetto, colpisce molto la caratterizzazione del personaggio del vicequestore Prencipe. Una figura contorta e non chiara, che sta tentando di rimettere insieme i pezzi della sua vita. La sua famiglia distrutta: un divorzio alle spalle, un difficile rapporto con la figlia adolescente con la quale cerca di riallacciare un timido rapporto, un futuro pieno di incertezze e di dubbi. E la narrazione in prima persona aiuta certamente a identificarsi con il protagonista. La trama viene lasciata un po andare per i suoi lidi con un finale non propriamente convincente e facilmente intuibile anche all'occhio del lettore meno esperto. Anzi, il finale risulta essere anche un po troppo "misticheggiante"... Ma probabilmente non era lo scopo principale di questo romanzo. "Non sono un assassino" è la storia di un uomo alla ricerca di se stesso. Di un uomo sostanzialmente debole che però in un ultimo moto di ribellione cerca di risollevarsi dal baratro in cui è precipitato. In definitiva e in generale, un più che discreto romanzo. Una Puglia ben descritta appare sonnolenta e pigra, ma che nasconde al suo interno una spaventosa e capillare organizzazione malavitosa. Un romanzo che possiamo considerare avere due finali: uno di speranza per l'uomo Prencipe e uno di delusione per il poliziotto Prencipe, rappresentante di tutto quello che di peggio a volte le istituzioni ci offrono. E uno sguardo critico rivolto ad una società malata che non ha ancora la forza di ribellarsi ad uno status che sembra essere ormai irreversibile. Piccola digressione. Un mio modesto, personale, riconoscimento va alla casa editrice Newton Compton che, oltre ad applicare una politica di contenimento prezzi di copertina eccezionale, offre ai suoi lettori un prodotto di altissima qualità tipografica. Insomma offrire al lettore un prodotto di ottima qualità a prezzo contenuto pare si possa allora...  è un peccato che non proprio tutti la pensino in questo modo! 

Buona lettura 

Paolo Vinciguerra


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