martedì 8 marzo 2016

Giorgio Todde: Morire per una notte

Giorgio Todde

Morire per una notte


2016

Pag. 240

Il Maestrale






Non è possibile restare lontani dalla Storia. Neanche per Protasio Calebaza, nascosto in una città persa nel Mediterraneo, neppure per le sue quattro sorelle, che vivono tutte insieme ma solitarie. Nessuno in tutta la città riesce a sfuggire alla verità che una mattina del 1793 appare nel golfo di Cagliari, quando una flotta della Francia rivoluzionaria tenta d’invadere la Sardegna. La Storia esplode in faccia a Calebaza, alla piccola nobiltà della città alta, a una plebe che assomiglia mortalmente ai suoi capi. Inizia l’attesa paurosa dei cannoneggiamenti e l’attesa speranzosa dell’arrivo delle milizie da tutta l’Isola, ma non è sospesa la vita dentro la città murata, dove un giudice tiene stretto un idolo sanguinario di giustizia, un prete oppone ai cannoni un simulacro di religione, un nobile cerca di conservare il suo mondo che invece va in frantumi, i “novatori” tentano di saltare in groppa agli avvenimenti che vogliono disarcionarli. Quando cala la notte, fra gli occupanti delle navi minacciose alla fonda e personaggi importanti della città in terraferma corrono rapporti segreti di cospirazione. Nell’oscurità, un chiarore guida le azioni di Galatea Ruju e del rivoluzionario Joseph Nièpce, uno di quelli che portano il “nuovo” dal mare. Nella luce sovrumana del golfo – una luce che non finisce mai, neppure quando appare il buio – Joseph e Galatea moriranno anche se solo per una notte, formando in quell’unica possibilità una coppia eterna che durerà oltre la sua fine naturale.


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