martedì 22 marzo 2016

Gianni Simoni: Fiori per un vagabondo

Gianni Simoni

Fiori per un vagabondo


2016

Pag. 240

TEA






Una sparatoria sulla porta di un bar nella periferia di Brescia, in pieno giorno. Una Vespa si allontana a tutto gas verso la tangenziale, mentre un barbone che passava di lì per caso si accascia sul marciapiede di via Chiusure, privo di vita. Sembrerebbe un classico regolamento di conti. Senonché, emergono alcune stranezze: se si trattava di un vagabondo, perché allora indossava una camicia di ottima fattura con ricamate le cifre «A.G.»? E come mai è stato colpito da ben due colpi, uno di striscio alla spalla e l'altro, letale, in pieno viso? Un proiettile vagante passi, ma due... I conti non tornano per il commissario Miceli, che, in assenza del commissario titolare Grazia Bruni, è stato reintegrato a tempo pieno, con buona pace della sospirata e sempre più lontana pensione. E, come sempre, quando i conti non tornano, il buon Miceli chiama in aiuto il suo vecchio amico, l'inossidabile ex giudice Petri, che nonostante le flebili, se non quasi inesistenti tracce - un anonimo mazzo di fiori di campo lasciato da chissà chi sul luogo del delitto - riuscirà a risalire all'identità, davvero insospettabile, della vittima e, soprattutto, a quella del suo assassino.

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