martedì 26 gennaio 2016

Recensione "Brave persone" di Maurizio Mos (Editore Nero Press) e intervista all'autore. A cura di Daniele Cambiaso

 
INTERVISTA - RECENSIONE A MAURIZIO MOS
 
a cura di Daniele Cambiaso

Chi sono le brave persone del titolo? Sono quelli che non compaiono mai, gli intoccabili, quelli che riescono a nascondere lo sporco delle loro esistenze sotto il tappeto di un perbenismo di facciata, sepolcri imbiancati di una società che, oggi come ieri, schiaccia il debole e si prostra davanti al potente di turno.
Non tutti, però, sono pronti ad accettare passivamente questo stato di cose. C’è chi nasce “scomodo”, ribelle per natura prima ancora che per cultura a certe situazioni e non accetta di piegare la testa. È il caso del commissario Ettore Greppi, mandato a dirigere il commissariato di Città di Borghetto, una sorta di sinecura per un funzionario poco incline al compromesso. Ma i guai grossi giungono anche lì, in questo luogo apparentemente tranquillo, e il commissario Greppi si troverà a gestire un caso solo apparentemente semplice, in realtà molto scottante. Viene ritrovata una ragazza, morta per overdose, e la scena del crimine appare subito strana. Così come strane sono certe sue frequentazioni legate agli ambienti più “in”. Il finale dell’inchiesta non è per niente scontato e lascia, come spesso accade anche nella realtà, l’amaro in bocca.
Nel traboccare in libreria di tanti gialli, noir e polizieschi, il romanzo di Maurizio Mos merita un’attenta lettura perché è un libro di quelli che puntano senza fronzoli e senza orpelli al cuore del problema, inducendo a più di una riflessione sulla società in cui viviamo. Lo fa con una scrittura precisa e ben ritmata, capace di delineare personaggi credibili anche nei ruoli secondari, e di creare una trama efficace senza indulgere in morbosità o effetti speciali, ma anche senza nascondere nulla. Particolarmente attento alla ricostruzione delle procedure d’indagine, come già in altri suoi scritti, Mos mette in campo una squadra investigativa perfettamente credibile, con le sue difficoltà e i suoi guizzi, ma soprattutto crea un protagonista, Ettore Greppi, capace di farsi amare per la sua rude umanità e la sua determinazione nel voler perseguire la verità e la giustizia, costi quello che costi. Lo aspettiamo in nuove avventure, magari sviluppate con un respiro più ampio.




Per saperne di più, rivolgiamo qualche domanda all’autore.

Chi è Maurizio Mos e qual è il suo percorso letterario? Ci sono autori o romanzi che ti hanno influenzato, quando hai iniziato a scrivere? Hai qualche abitudine particolare quando lavori a una storia?

Maurizio Mos nasce per una combinazione tra la passione per la lettura e la curiosità di vedere se sarei stato capace anch’io di scrivere una storia accettabile. Appassionato di polizieschi mi è venuto naturale mettermi alla prova in quel genere.
A parte libri come Il Gattopardo, Il grande Gatsby, Il deserto dei Tartari e un’altra dozzina che sento vicini per temi e personaggi, è indubbio che un gruppo di autori di polizieschi mi abbia influenzato: Chandler, Ross McDonald, Pronzini, Dewey, Ed MacBain e tra gli europei Simenon e Olivieri, che per me è il miglior autore italiano. Aggiungo di gradire come divertissement S.S.VanDine e Rex Stout.

Come nasce il personaggio di Ettore Greppi? Il tuo romanzo denota una certa familiarità con le tecniche e procedure d’indagine. Puoi rivelarci come mai?

Naturalmente prima di iniziare a scrivere mi sono documentato per quanto possibile sia nella realtà, grazie all’amicizia con due medici legali, sia “studiando” per così dire gli scrittori che ammiro... e poi ricordandomi che, a parte qualche personaggio “strano” i poliziotti sono dipendenti pubblici come gli altri.

“Brave persone” tocca un tasto purtroppo dolente e attuale della vita sociale: l’impunità dei potenti, si potrebbe dire “l’intoccabilità della Casta”. Per scrivere il romanzo ti sei ispirato a qualche vicenda reale? Quale messaggio mandi attraverso il tuo romanzo?

Diciamo che mi sono guardato intorno: personaggi che si credono importanti perché hanno fatto i soldi e hanno agganci politici, “amicizie” di peso sono dappertutto.

Da lettore, pensi che il giallo, il noir, il poliziesco possano ancora dire qualcosa?

Il “giallo” è né più né meno – se scritto bene – che un episodio della vita di qualcuno, quindi ha un indubbio valore. Certo occorre evitare i racconti alla zia Aghata, dove, per motivi che mi sfuggono, si vorrebbe che il lettore facesse a gara con lo scrittore per indovinare chi è il colpevole tralasciando personalità, caratteri e aspetti della vita dei personaggi, dell’ambiente.
Non dimentichiamoci che sono stati questi libri a fare della letteratura “gialla” una letteratura giudicata ingiustamente di serie B.

Come giudichi la situazione attuale dell’editoria? Il tuo romanzo è stato lanciato nel formato digitale: credi nell’e-book?

Credo che l’editoria stia assomigliando alla TV, succube dell’audience. Intendiamoci non voglio dire che un editore o un libraio debbano andare in rimessa per proporre libri nuovi, non è mai successo (che so, Il Gattopardo fu rifiutato da diversi editori) ma è anche vero che l’assunzione di rischio è lasciata ai “minori” che non a caso sono quelli che pubblicano gli emergenti.
L’e.book è un fenomeno interessante, sempre più spesso vedo, ad esempio in treno leggere su un pv o un tablet... Che possa sostituire la carta stampata ne dubito almeno in tempi umanamente brevi.
Inoltre occorre tenere presente che un e.book costa meno (in realtà quasi nulla) e quindi un editore può pubblicarlo senza impegno economico rilevante, azzardando anche la pubblicazione del romanzo di uno sconosciuto, e il lettore acquistarlo alle stesse condizioni.

Ritroveremo ancora il Commissario Greppi in nuove inchieste? Puoi rivelarci qualcosa sui tuoi progetti futuri?

Intanto a febbraio – marzo uscirà, per IRIS4, in cartaceo però, un poliziesco ambientato nel Tiguillio con Vagli, un personaggio molto simile a Greppi, per carattere e situazione, spero piaccia allo stesso modo. Per entrambi sono più o meno già pronti un paio di romanzi che per Greppi saranno la naturale continuazione temporale del primo... se mi vengono richiesti... ah, e saranno un po’ più lunghi. Ho in mente anche una raccolta di racconti brevi.

Il tuo messaggio in bottiglia ai lettori di “Atmosfere Letterarie”…

Leggete, non c’è nulla di più bello che immergersi nel sogno che ci regala un libro.

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