venerdì 18 dicembre 2015

Recensione "Ritorno a Pavia" di Alessandro Reali - Fratelli Frilli Editori -



Alessandro Reali

Ritorno a Pavia
Un altro Natale per Sambuco e Dell'Oro

Fratelli Frilli Editori

 Alfio Saligari, Gianni Rubio Fagioli, Arianna Denti... Cosa è rimasto di tutti loro dopo quel maledetto aprile 1981? E di Lorenzo Colli? Dalla baita in Val d'Ayas, dove ora vive in solitudine, ha intrapreso un nuovo percorso di vita nella luce di una rinascita interiore, di una riscoperta spiritualità. Da quel terribile giorno, che ha cambiato le vite di ragazzi che credevano nella lotta armata come unico modo drastico per ripulire la società sporca dal fango della corruzione e dell'ingiustizia, sono passati più di trenta lunghi anni, e hanno lasciato segni indelebili su tutti coloro che hanno partecipato in prima linea a quegli eventi. E quegli eventi hanno marcato, più o meno indirettamente, anche la vita di Sandro Bontempi che oggi, dalla finestra del suo appartamento in Borgo Ticino, a Pavia, guarda, osserva uno scorcio della sua attuale città, ma i pensieri, si sa, fanno brutti scherzi e lo riportano indietro nel tempo, quando Pavia era un'altra città, percorsa da fremiti, paure, tensioni, lotta politica violenta, come lo era l'Italia degli anni '70-'80. Finché un giorno la sua routine quotidiana è incrinata. Un mondo di corrotti e corruttori, di ideali e cieche ideologie si ricompone in un intricato puzzle in cui mancano però alcune tessere. A ritrovarle saranno, come sempre, Sambuco e Dell'Oro, con il loro fiuto e la loro esperienza, così da ordinare ogni elemento del puzzle, tra passato e presente, in una Pavia che si sta preparando ad attendere un altro Natale. 

Diversi scrittori hanno affrontato il tema del terrorismo in Italia. Ognuno con il suo stile, con il suo pensiero e in modi diversi. Alessandro Reali lo affronta con delicatezza e profondità. La storia prende spunto da un episodio avvenuto in quegli anni, sviluppando però una trama di pura narrativa. Non un romanzo incentrato interamente sul terrorismo quindi. Un romanzo lungo e articolato, che tratta moltissimi argomenti, da leggere con attenzione e con estrema calma. Storie. Storie di famiglie molto diverse. Storie di ragazzi che si trovarono invischiati in qualcosa molto più grande di loro. Un fallimento totale di un'ideologia ma anche personale. Pagine intense, sopraffine, quasi delicate, dove le vite dei protagonisti si incrociano nuovamente dopo tanti anni. I protagonisti che danno vita a "Ritorno a Pavia", hanno forse poco in comune l'uno con l'altro. Hanno scelto strade diverse, hanno scoperto chi o cosa furono in passato, da chi furono manovrati, ma sostanzialmente fuggono dal loro passato. Un passato che ritorna nella figura apparentemente molto fragile di Sandro Bontempi: uno splendido perno attorno al quale ruota lo svolgersi del racconto. La trama è tutto sommato semplice, ben articolata, ma non è lì che Reali ha voluto focalizzare il tutto. Il romanzo è principalmente incentrato sullo scorrere del tempo, di come sia illusorio pensare di lasciarsi alle spalle il passato: perchè il passato ritorna, portando con se ricordi quasi sempre non piacevoli e persone che quasi mai sono come le ricordavamo. Sono cambiati loro o siamo cambiati noi? O forse siamo sempre stati così e li ricordiamo diversi? Sembrano essere queste le domande di fondo, non solo di questa storia, ma della vita. In tutto questo i due detective privati Sambuco e Dell'Oro, sembrano anche loro entrare a far parte di un momento di pura riflessione. Molto più "intimizzati", mi si passi l'orrendo termine, molto più profondi, riflessivi e quasi rassegnati anche loro al lento scorrere della vita. In particolare Dell'Oro, guascone, casinista e donnaiolo impenitente, mentre Sambuco sembra sempre più chiuso in se stesso anche se un barlume di speranza pare si stia accendendo per lui. Un libro di pianura, un libro di quella Lomellina che Reali ama tanto come la sua gente. E questo amore appare quasi ad ogni pagina, con le intense descrizioni del fiume Ticino, dei tanti comuni, delle nebbie, di una Pavia innevata e infreddolita alla vigilia di un altro, per molti, triste Natale. Un ennesimo cambiamento del suo stile, e che riesce a stupire ogni volta il lettore proponendo sempre qualche cosa di nuovo, sia a livello di scrittura che di composizione del plot narrativo. Devo sinceramente dire che a fine lettura ho avuto come prima sensazione, che forse le pagine erano anche troppe, che qualcosa si poteva sfoltire, e che diversi inizi capitolo con il fiume e il Ponte Coperto in evidenza, a volte erano un po' ripetitivi.  Ma dopo ho capito: è giusta questa lenta cadenza. Da il senso di questo ripetersi dei giorni quasi tutti uguali per Sandro Bontempi, accompagnato dal lento incedere dei ritmi jazz e blues rigorosamente in edizione vinile. Ecco, al termine della lettura chiudi il libro e aspetti un altro domani: un domani che però sarà ancora uguale, dove i ricchi saranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Dove Sambuco e Dell'Oro affronteranno un nuovo caso e  dove Sandro, affacciandosi alla sua finestra, vedrà ancora lì quel fiume, che con il suo scorrere, porterà via anche i suoi ricordi, e questa volta per sempre. Un romanzo di grandi emozioni, intenso, con pagine di grande abilità descrittiva degli stati d'animo dei personaggi. Indubbiamente da non perdere, per conoscere l'ennesimo, nuovo, sorprendente, Alessandro Reali.

 Buona lettura

Paolo Vinciguerra

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