Oscar Montani
Il verso della civetta
2015
Pag. 324
Nerocromo
Estate del 1927. Era attesa "Tranquilla, calma e laboriosa", come aveva
promesso più volte Mussolini. Non sarà così. Una notte qualcuno bussa
alla porta del dottor Idamo Butini, medico condotto, in cerca d'aiuto. È
un collega medico chirurgo, braccato dai fascisti. È fuggito da Firenze
e deve essere nascosto. Almeno per un po'. Neanche Montevarchi è però
un rifugio sicuro. Il suo arrivo inoltre segna l'inizio di una serie di
fatti inquietanti. L'operosa cittadina industriale del Valdarno è
sconvolta dal suicidio di un'anziana signora. Due giorni dopo un feroce
delitto è commesso in pieno giorno nella piazza principale del paese. Un
edicolante, invalido di guerra, viene misteriosamente sgozzato mentre è
seduto dentro l'edicola. Non si capisce né il motivo, né il modo. Come
se non bastasse Idamo viene pregato dall'ex Proposto, anche lui
invalido, di cercare una giovane novizia. Sembra fuggita per amore o per
vergogna: è incinta? Sembra una storia boccaccesca, come indicano
alcuni versi esposti sulla civetta dell'edicola, ma niente, in questa
storia, è come sembra.
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