lunedì 30 novembre 2015

Recensione "Una mala jurnata per Portanova" di Alberto Minnella - Fratelli Frilli Editori -



Alberto Minnella

Una mala jurnata per Portanova

Fratelli Frilli Editori

 Siracusa, giugno 1964. Due giorni dopo l'attracco della nave Esperia, mentre al Teatro Greco si rappresenta la Medea di Euripide, alla Marina viene ripescato il corpo senza vita di un ragazzo. È quello di Sebastiano Spicuglia, figlio di un cordaro della città. Tra le caotiche indagini al porto, la scomparsa del padre del ragazzo, l'ambiguità dell'imprenditore Angelo Alessi e l'arrivo del nuovo giudice istruttore Piccolo, le cose al commissariato Abela si faranno sempre più asfissianti. A rendere ancora più calda la complicata estate del taciturno commissario Portanova si metteranno di mezzo la sempre più forte malinconia che gli soffoca la gola e l'affascinante vedova del piano di sopra Lucia Scollo. Il commissario e il suo sigaro Toscano, lontani dalla moglie Carla, dovranno fare i conti con un apparente caso senza fine, dove niente è come sembra. 

Profumo di sigaro toscano. Profumo di anni '60 e di Sicilia, vera, riarsa dal sole, malinconica e contemplativa come il commissario Portanova. Alla seconda prova letteraria, Minnella conferma e migliora quanto già di ottimo si era letto con "Il gioco delle sette pietre", sempre edito dalla Fratelli Frilli Editori. Bella e sufficientemente ingarbugliata la trama che si dipana in maniera solida e veloce con un Portanova sempre più malinconico, impegnato a cercare di risolvere un caso dalle misteriose caratteristiche. Un'indagine tipica di quegli anni, dove due sganassoni erano ancora tollerati per raggiungere lo scopo finale. Alberto Minnella è uno scrittore "stiloso". Narra in punta di penna. Quasi raffinato in alcuni passaggi senza però mai annoiare il lettore. Con le sue ottime descrizioni della Siracusa di quegli anni, con i personaggi che si allternano in maniera consona alla trama. Trama che trae origine da un episodio risalente alla guerra e che ha l'odio e l'amore come componenti principali, in un crescendo dal finale spettacolare e totalmente inaspettato. Un romanzo molto fine e piacevole. Il passaggio della scrittura dalla terza alla prima persona contribuisce a rendere il nostro commissario protagonista ancora più assoluto, facendolo conoscere a fondo con le sue caratteristiche umane, venate di sottile ironia, di calma apparente, di silenzi. Contornato da una serie di personaggi assolutamente di primo piano. I rumori del porto, gli antichi lussuosi piroscafi, le tipiche atmosfere di quegli anni, tutto descritto magistralmente. Un romanzo da leggere con calma, assaporandolo lentamente per gustarsi anche i minimi particolari, che sono tanti. A partire dalla colonna sonora che accompagna Portanova e l'affascinante Lucia, la vicina di casa del commissario, rimasta prematuramente vedova. Ci si affeziona a questi personaggi. Una "mala jurnata" che non vedrà ne vinti ne vincitori. Una storia di drammi personali e di vendetta. Di rancori a lungo repressi che finiranno per sfociare in un epilogo  drammatico. 

Buona lettura

Paolo Vinciguerra 

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