martedì 17 novembre 2015

Recensione Maurizio De Giovanni "Anime di vetro" - Einaudi -



Maurizio De Giovanni

Anime di vetro

Einaudi

 C'è la morte nell'anima di Luigi Alfredo Ricciardi. Imprigionato nel guscio della solitudine piú completa, che non permette a nessuno di intaccare, è sulla soglia della disperazione. All'ottavo appuntamento con i lettori del commissario dagli occhi verdi, piú che mai protagonista in una indagine dove tutto è anomalo, Maurizio de Giovanni ci regala la meraviglia di un romanzo in cui le anime di ciascuno si rivelano fatte di vetro: facili a rompersi in mille pezzi, lasciano trasparire la fiamma che affascina e talvolta danna, e occorre allora il sacrificio della rinuncia, che può apparire incomprensibile ed esporre alla vendetta. Prende cosí forma un congegno narrativo misteriosamente delicato e struggente, vertiginoso e semplice, che spinge Ricciardi su strade rischiose. E lo costringe a fare i conti con sé stesso e i propri sentimenti. Mentre le pagine sembrano assumere la voce di una delle piú celebri canzoni partenopee, per carpirne il piú nascosto segreto. 

La mia strenua continua, personale, forse ingenua, battaglia a favore della letteratura italiana ha sempre più argomenti convincenti per essere portata avanti. "Anime di vetro" di Maurizio De Giovanni deve spazzare via tutte le reticenze degli scettici lettori esterofili. Non dovrei dire capolavoro, perchè toglierei qualcosa a tutti gli altri libri scritti da De Giovanni. Ma lo dico ugualmente: un autentico capolavoro. Sulla serie dedicata al commissario Ricciardi si è detto già tanto, e sempre in meritati termini entusiastici. Ma quest'ultimo capitolo segna probabilmente un passaggio e una svolta importante. Uno dei romanzi più struggenti e intensi degli ultimi anni. Piano piano ci si avvicina ai personaggi della storia. Personaggi che hanno un'anima vera. Alcuni di loro di "vetro", trasparente, fragile, alcuni altri invece dura, scura, buia come il più profondo degli abissi. Un Ricciardi internamente combattuto, che forse per la prima volta trova il coraggio di esternare i propri sentimenti: al suo modo, quasi goffamente, ma con il cuore. E tutta la storia ruota attorno al sentimento dell'amore. Una storia amara, che sfocia in tragedia, in dramma totale. Ci troviamo di fronte ad una prosa narrativa ammaliante, assolutamente coinvolgente, con l'atmosfera di quegli anni immediatemente precedenti la seconda guerra mondiale, che traspare pagina dopo pagina. De Giovanni racconta la Napoli di quel tempo in maniera viva, che si riesce perfettamente a immaginare. E' uno sfondo di miseria e nobiltà. Uno sfondo di illusioni e di tensioni. E' tutto un mondo, il mondo di Ricciardi, costretto a convivere ormai rassegnato con il suo maledetto "dono". Il commissario dagli intensi occhi verdi, riesce sempre a stupire il lettore, a meravigliarlo con le sue strane elucubrazioni mentali, con le sue intuizioni investigative, seguito come un'ombra dal fido brigadiere Maione, costretto a interrogare, suo malgrado, ancora una volta il "femminiello" Bambinella, voce segreta, ma non tanto, della città. Ma Ricciardi rappresenta anche una figura moderna, assolutamente e intrigantemente moderna. La sua lotta totale al crimine andando contro tutto e tutti con quella ricerca spasmodica della verità che lo contraddistingue, questa volta lo porterà a rischiare grosso. Ma qualcuno di inaspettatato lo aiuterà. Un grande affresco della società di allora; una grandissima carrellata di personaggi, tutti assolutamente protagonisti. Un giallo atipico. Un giallo costellato da splendide anime. Anime di vetro. 

Buona lettura

Paolo Vinciguerra 

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