domenica 18 ottobre 2015

Recensione "Finale a sorpresa" di Bruno Lugaro - Fratelli Frilli Editori -



Bruno Lugaro

Finale a sorpresa

Fratelli Frilli Editori

 È l'estate del 2008, in un parco acquatico alle porte di Napoli, un tredicenne assiste all'omicidio di un camorrista in mezzo alla folla. Descrive i sicari ai carabinieri, accetta di diventare testimone di giustizia ed è costretto ad abbandonare con i genitori la sua città, per iniziare una nuova vita in una località segreta, protetto dalle forze dell'ordine. Il romanzo prende spunto da un episodio di cronaca realmente accaduto. L'odissea di Nino Raggio strappato ai suoi amici, a una periferia infestata dalla malavita e che pure ama profondamente, "deportato" al Nord, prima a Mondovì poi a Finale Ligure, con un nuovo nome appiccicato addosso al quale non riesce ad abituarsi - è il pretesto per raccontare una realtà in cui una nuova generazione di adolescenti, educati a non piegarsi alle mafie, cresce a contatto con i "chiodi storti", giovani senza futuro, reclutati ancora bambini dalla camorra e armati come dei Rambo.

Buona la prima! Usando il gergo cinematografico, si può definire così l'esordio nel romanzo noir di Bruno Lugaro. In appena 130 pagine, il giornalista-scrittore savonese ha saputo ben concentrare un mix di tutte le componenti che fanno di un libro un ottimo libro. Con una scrittura senza retorica, pulita e veloce, ha saputo raccontare uno spaccato di vita italiana attuale, portando alla luce quello che realmente può trasformare in incubo la vita di un ragazzo, di una famiglia. Un'autentica odissea, dove chi, forse ingenuamente, crede ancora nella legalità e nello Stato, e viene abbandonato a se stesso proprio da chi dovrebbe proteggerlo e aiutarlo. Ma questa è anche una storia di amicizia, di strade diverse intraprese sul filo del rasoio. Di giovanissimi che in un contesto fatto di povertà, di illegalità diffusa e di tradizioni negative, scelgono da che parte stare. Ma poi è davvero una libera scelta? Da Napoli alla Liguria, in fuga disperata dalla vendetta dei clan camorristici, Nino appena tredicenne, diventa, anche in parte consapevolmente, lo Stato. E tutto quello che uno stato civile dovrebbe riuscire a garantire: giustizia e libertà. Ma a che prezzo? Ecco, il romanzo pone tutta una serie di domande alle quali ogni lettore potrà dare una sua personale risposta. Molto interessante il parallelo fra la città di Napoli e la Riviera Ligure: alla cementificazione selvaggia si frappone l'ancora quasi incontaminato paesaggio di Finale Ligure e dintorni (bello il gioco di parole del titolo!). Ma Nino non vuole vivere li, dove la gente guarda lui e la sua famiglia con sospetto; ama la sua città, vuole ritornare dove è nato, dove ha lasciato i suoi amici, la prima dolce fidanzatina. Vuol tornare a respirare quegli odori, a guardare quei colori anche se grigi, vuole tornare a correre su quel piccolo campetto da calcio. Pensa che il futuro possa essere diverso, migliore, ma con l'aiuto di tutti. Della sua gente. Lo spunto dal fatto di cronaca rimane tale. Il romanzo si sviluppa autonomamente in maniera armonica e scorrevole con grande risalto alla caratterizzazione dei personaggi fino ad un finale di intensa emotività sconvolgente. Ed è anche un monito per tutti quelli che si permettono di giudicare senza conoscere. Facile fare gli eroi a distanza. Vivere le realtà descritte in queste pagine è ben altra cosa. In conclusione "Finale a sorpresa" è un romanzo intenso, scritto molto bene, e che, se letto attentamente, farà molto riflettere. 

Buona lettura

Paolo Vinciguerra



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