venerdì 16 ottobre 2015

Dominique Manotti: Oro nero

Dominique Manotti

Oro nero


2015

Pag. 424

Sellerio Editore








1973. Il commissario Daquin, ventisette anni appena, assume il suo primo incarico nel commissariato centrale di Marsiglia. Si tratta di indagare sull’assassinio di un ex ras della droga e del suo socio, un veterano dei servizi segreti, entrambi riciclatisi negli affari. Si trova così ad assistere alla nascita movimentata di un nuovo mercato dei prodotti petroliferi, all’ascesa folgorante dei trader assetati di denaro fresco che lo governano, in una città insanguinata dai regolamenti di conti fra organizzazioni che gestiscono il traffico internazionale di eroina, organi di polizia in perpetua guerra sotterranea gli uni contro gli altri, reti semiclandestine dei servizi segreti. Sono gli anni in cui il petrolio governa la politica mondiale, e la ribellione dei paesi produttori contro le Sette sorelle genera cambiamenti radicali; nasce la generazione di Gheddafi e di Saddam Hussein, l’Europa e gli USA sono alle strette. Le competenze di Dominique Manotti - docente di Storia economica contemporanea - le consentono di muoversi con passo sicuro fra le trame sommerse di una febbrile partita per il potere e, senza allentare la tensione del poliziesco, ci fa comprendere bene quello che oggi il Medio Oriente, i Paesi Arabi sono diventati. E però non è solo l’intreccio a impressionare in Oro nero; tutti i romanzi della Manotti sono ottimi romanzi «d’atmosfera», e il commissario Daquin, bello, colto, gay, allergico al potere e alle gerarchie, con un passato drammatico, appassionato di rugby e di jazz, è un personaggio perfettamente riuscito. Tutt’intorno le vie di Nizza e di Marsiglia lungo le quali l’autrice fa muovere i suoi attori, figure che restano incise nella memoria dei lettori.

Nessun commento:

Posta un commento