lunedì 21 settembre 2015

Recensione "Il cappello del maresciallo" di Marco Ghizzoni



Marco Ghizzoni

Il cappello del maresciallo

Guanda


 Boscobasso, succulento borgo in provincia di Cremona, è in subbuglio. Non solo il liutaio Arcari è stato trovato morto in circostanze imbarazzanti, ma pare che la sua perfetta mogliettina si sia messa a intrallazzare col becchino, mentre l'ex sindaco è «fuggito» dalla sua tomba: è troppo persino per il maresciallo Bellomo e per i suoi due zelanti assistenti. Nel breve volgere di due giorni il paese viene travolto dalla febbre dell'intrigo, che non risparmia nessuno. Finché il maresciallo perderà, se non la testa, perlomeno il cappello... Una commedia degli equivoci sul filo del giallo che mette in scena con gusto la provincia italiana, i suoi caratteri e le sue manie come in un allegro ballo di paese. 

In questo romanzo d'esordio di Marco Ghizzoni, ci sono tutti gli elementi per trascorrere alcune piacevoli ore di lettura. Come si evince dalla trama, non si tratta ovviamente di un giallo canonico, anche se un' indagine di fondo esiste. Una grottesca presa in giro di un micro mondo che fa parte della storia passata, attuale e probabilmente futura della nostra provincia. Una sequela di personaggi simpaticamente e semplicemente "odiosi". E anche la "Benemerita" non ne esce molto bene da tutto questo intrigo! Miserie, e poca nobiltà, dell'animo umano portate all'esasperazione dallo scrittore, ma neanche troppo distanti da quella che è la realtà. E questa realtà chi vive in un piccolo paese la conosce molto bene. La grande città sembra essere distante, sumata, impalpabile. Sullo sfondo di una non tanto velata ironia si percepisce però anche l'amarezza e la sensazione di disagio che avvolge ogni protagonista. Nessuno è pienamente soddisfatto del suo ruolo, della sua vita. Ghizzoni ha una scrittura coinvolgente, semplice ed efficace, propria e adatta a una commedia di questo genere. Nebbiose e umide ambientazioni padane fanno da sfondo e avvolgono un mondo forse fuori dal tempo ma tremendamente veritiero. Divertente.

Buona lettura

Paolo Vinciguerra

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