Jacopo Martini
Cerchi concentrici
Fratelli Frilli Editori
Il genovese Giulio Altoviti, per una
pura casualità viene in possesso di un mortaio destinato ad un equivoco
gruppo di fuoco. Anziché disfarsene, decide di farne una sorta di
strumento di giustizia (o di vendetta) verso i prevaricatori e i
corrotti. Dapprima vorrebbe colpire il dirigente della sua azienda
responsabile del dissesto che lo ha lasciato senza lavoro; poi decide di
alzare il tiro e progetta addirittura di bombardare il parlamento
italiano, colpevole ai suoi occhi di avere fatto in grande al Paese la
stessa cortesia che il dirigente ha fatto all’azienda. Si dedica così ad
una lunga e ossessiva missione omicida, non priva di goffaggini e di
colpi geniali, di improvvisazioni e di piani dettagliatissimi, di errori
e di sangue. E mentre lui si arrabatta, i servizi di sicurezza
incaricati di individuarlo e di neutralizzarlo, collezionano smacchi
cocenti e perdite sanguinose. Alla fine l’azione di Giulio quasi riesce,
proprio perché imprevedibile e montata da una scheggia solitaria e
incontrollabile. Spetterà al capitano dei carabinieri, che nel corso
della vicenda ha raccolto e interpretato i pochi indizi seminati da
Giulio, intervenire al momento critico…
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