Roberta De Falco
Nessuno è innocente
2013
Pag. 302
Sperling & Kupfer
Chi
era davvero Ursula Cohen, la signora dagli occhi di ghiaccio? E
soprattutto: perché tutti la volevano morta? Ci sono molte cose che
Ettore Benussi, commissario quasi in pensione della squadra mobile di
Trieste, proprio non sopporta: i tipi che chiudono le telefonate con
"ciaociaociao" ripetuto all'infinito; gli edifici anni Sessanta che
rovinano l'urbanistica triestina; quella gran rompiscatole di sua
figlia; la propria ingombrante pancia (motivo per cui ha appena
cominciato, speranzoso, la dieta Dukan). E poi non tollera i casi
complicati, e nemmeno quei due ragazzotti che lavorano con lui, gli
idealisti e fin troppo zelanti ispettori Valerio Gargiulo, detto Napoli,
ed Elettra Morin. È per questo che Benussi preferirebbe ritirarsi e
scrivere, tra un sorso di grappa e l'altro, le vicende di un commissario
che assomiglia a Montalbano. E invece no: sempre nuove gatte da pelare.
Come il caso che tanto appassiona i suoi due sottoposti: la morte della
vecchia Ursula Cohen, trovata senza vita nelle acque triestine. Per
Benussi è chiaro, la signora è scivolata e annegata. Ma che ci faceva
una novantenne a passeggio sulle Rive, in una notte di bora? E come mai -
gli insinua il dubbio quella precisina dell'ispettrice Morin - chiunque
la conoscesse ne ricorda solo l'infinita cattiveria, e sembra avere
ottimi motivi per rallegrarsi della sua morte? Tutti tranne l'amica di
una vita Renate Stein: la sola a sapere dell'orrendo segreto che Ursula
Cohen si portava dentro...
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