giovedì 30 luglio 2015

Recensione "Il sangue degli altri" di Antonio Pagliaro - Sironi Editore -



Antonio Pagliaro

Il sangue degli altri

Sironi Editore

Palermo, 2005. La "Casinò Trinacria", con la benedizione della politica locale e la mediazione della società lettone "Paradise", ottiene la concessione per aprire alcune case da gioco: ma intorno a questo lucroso affare tira una brutta aria. Subito viene alla luce una maxitruffa ai danni dell'Unione Europea, poi il presidente della "Casinò Trinacria" viene assassinato sotto gli occhi di un giornalista, a cui aveva promesso importanti rivelazioni. Corrado Lo Coco, cronista per il giornale "L'Ora", si trova poche ore dopo testimone di in un secondo omicidio, nel bar dove lavora la sua fidanzata. L'ucciso viene identificato come l'ex proprietario della "Paradise": ma le informazioni in possesso del giornalista sono assai diverse... In un crescere di misteri e omicidi, conducendo un'indagine che lo mobilita non solo professionalmente, Lo Coco scopre inediti collegamenti tra i morti sulle strade palermitane ed efferati crimini di guerra in Cecenia. La figura di un criminale militare russo ricercato dalla polizia di mezza Europa è il centro di questa inchiesta, che porta il giornalista fino a Groznyj - nella Cecenia di una guerra a bassa intensità e di inaudita ferocia - e poi a Mosca e a Riga. Quando Lo Coco, con il valido aiuto di un ufficiale dei carabinieri e di una ex poliziotta russa, è ormai sul punto di assicurare alla giustizia il pericoloso assassino, si troverà ad affrontare un nuovo pericolo e, soprattutto, un'amara inattesa verità...

Ha un inizio shock questo romanzo. E un repentino cambio di scenario immediatamente successivo. Un pugno forte, secco ti arriva nello stomaco. Completamente spiazzante. C'era un qualcosa che non riuscivo bene a mettere a fuoco durante la lettura. Qualcosa che notavo essere diversa dagli altri romanzi del genere. Poi, forse, ho capito. Sono i personaggi. Sono particolarmente veri, e vivono una vita vera, fra le assillanti telefonate di promozione delle varie compagnie telefoniche, il caos delle città, il traffico, i caffè. Nessun eroe, nessun poliziotto introverso o dalla personalità particolarmente complessa. Una storia di grande intensità emotiva con un finale amaro. Certo all'inizio si ha qualche leggera difficoltà a districarsi nel linguaggio: modi di dire, frasi dialettali complicate per chi non è del luogo. Ma le vicende con cui si ritrova ad aver a che fare il giornalista Lo Coco, appassionano, rendendo il lettore partecipe di un viaggio infernale all'interno di una delle tante guerre dimenticate ma che si svolge con tutti i suoi orrori quasi alle porte di casa nostra. Un viaggio nella corruzione della politica italiana, dei suoi legami malavitosi e anche un atto di accusa verso una Europa che tutto è, tranne che unita, anzi, indifferente, e che dopo il crollo del Muro di Berlino, ha visto sempre più l'affermazione e l'espansione di nuove mafie, potenti e spietate. "Il sangue degli altri" così diventa un vero e proprio noir. Dove non si trova ne speranza, ne futuro. Lo si nota anche, e forse in maniera ancor più netta, nei personaggi. Disillusi, che cercano di vivere come meglio possono, cercando si di fare qualcosa, ma che si scontrano contro un muro fatto di omertà, enormi interessi economici, paura. In questo contesto appare davvero esemplificativa la figura del tenente dei Carabinieri Cascioferro, che ad una prima lettura sembra essere descritto in maniera "macchiettistica ", ma poi ci si rende conto, che al di là della sua capacità investigativa, lasciata appena trapelare in effetti, è l'uomo Cascioferro ad essere deluso, adagiato, che vive alla giornata, sconfitto da una lotta che sa di non poter vincere. Mentre Lo Coco ci crede ancora. Crede che ancora qualcosa si possa fare per ribaltare questa situazione. Antonio Pagliaro ha saputo ottimamente creare una storia attuale, certamente di forte impatto, e che spazia in diversi aspetti: da quello che è il crimine internazionale alla Sicilia dei giorni nostri, dalla guerra in Cecenia alla guerra silenziosa che le persone combattono giornalmente a Palermo ma non solo a Palermo. Anche con un certa vena ironica, che nulla toglie però alla drammaticità della vicenda. Anzi, per certi aspetti, ne delinea i contorni, ne esalta le caratteristiche e i contrasti. Il tutto accompagnato da una scrittura accattivante e davvero di ottima presa perché particolarmente fluida e priva di complicati esercizi letterari. E' un amico che ti racconta una storia. Davvero gran bel romanzo.

Buona lettura

Paolo Vinciguerra

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