giovedì 23 luglio 2015

Recensione "Il cacciatore del buio" Donato Carrisi - Longanesi -



Donato Carrisi

Il cacciatore del buio

Longanesi

"Se non sarà fermato, non si fermerà." Non esistono indizi, ma segni. Non esistono crimini, solo anomalie. E ogni morte è l'inizio di un racconto. Questo è il romanzo di un uomo che non ha più niente - non ha identità, non ha memoria, non ha amore né odio - se non la propria rabbia... E un talento segreto. Perché Marcus è l'ultimo dei penitenzieri: è un prete che ha la capacità di scovare le anomalie e di intravedere i fili che intessono la trama di ogni omicidio. Ma questa trama rischia di essere impossibile da ricostruire, anche per lui. Questo è il romanzo di una donna che sta cercando di ricostruire se stessa. Anche Sandra lavora sulle scene del crimine, ma diversamente da Marcus non si deve nascondere, se non dietro l'obiettivo della sua macchina fotografica. Perché Sandra è una fotorilevatrice della polizia: il suo talento è fotografare il nulla, per renderlo visibile. Ma stavolta il nulla rischia di inghiottirla. Questo è il romanzo di una follia omicida che risponde a un disegno, terribile eppure seducente. E ogni volta che Marcus e Sandra pensano di aver afferrato un lembo della verità, scoprono uno scenario ancora più inquietante e minaccioso. Questo è il romanzo che leggerete combattendo la stessa lotta di Marcus, scontrandovi con gli stessi enigmi che attanagliano Sandra, vivendo delle stesse speranze e delle stesse paure fino all'ultima riga.

Donato Carrisi ancora una volta fa centro con una storia inquietante e appassionante. Fa centro in libreria e cattura nuovamente i suoi lettori che aspettavano con ansia il suo nuovo romanzo. Un romanzo intenso e di forte impatto. Perfetto, scritto in maniera perfetta. Molto bello, come tutti i precedenti che ho avuto il piacere di leggere e apprezzare. Ma...c'è un ma. Anche fin troppo perfetto. La storia è interessante, decisa, senza sbavature narrative ma  personalmente Carrisi mi lascia sempre come un' impressione di eccessiva costruzione. Di un qualcosa di molto tecnico. Da appassionato dei personaggi più che delle storie, mi ritrovo a non immedesimarmi pienamente nei protagonisti, a non apprezzarli completamente, a non provare quell'empatia che spesso provo con tanti altri scrittori. Non mi scatenano emozioni particolari. Non riesco a "sentire" gli stati d'animo dei protagonisti. Mi risultano distaccati, lontani, avulsi dalla storia. Una gran sceneggiatura cinematografica. Complessa il giusto e con un finale di grande impatto, anche se molto fantasioso e particolare. I personaggi hanno buone caratteristiche di base, indubbiamente, ma risultano freddi, anche nei momenti di paura, di terrore, di amore. Nei momenti della morte; che qui appare spesso e in forme crudeli e violente, coinvolgendo un buon numero di protagonisti positivi. Insomma si mietono parecchie vittime fra i "buoni". O presunti tali. Un bel thriller, un bel film thriller.  Lo accosterei a un romanzo di stampo americano, anglosassone, dove la storia, il colpo di scena, l'ansia e la paura del momento narrato, la fanno da padrone. Buone intuizioni, ottimi momenti di suspense, colpi di scena, ottimo ritmo senza praticamente alcuna pausa. Paura e ansia però abbastanza fini a se stesse che non si agganciano compiutamente ai personaggi. "Il cacciatore del buio" ha la caratteristica del classico romanzo misterioso, con risvolti che affondano nel religioso, nel mistico, nei segreti che una città come Roma sembra custodire gelosamente ma che immancabilmente spuntano ovunque e che vengono in parte sapientemente rivelati dalla trama, anche se non completamente. "Thrillerone" avvincente e spettacolare a cui manca però un po' l'anima. 

Buona lettura

Paolo Vinciguerra 

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