venerdì 10 luglio 2015

Recensione "Bésame mucho" di Mario Paternostro - Mondadori -



Mario Paternostro

Besame Mucho

Mondadori

È la vigilia di Natale a Genova e tra pacchi, incontri casuali e incombenze, il commissario Ferruccio Falsopepe desidererebbe solo partire, tornare in Puglia e passare le feste con i parenti, a Ceglie Messapica, la terra dei trulli. Ma non può. È arrivata la notizia di un omicidio, avvenuto sul treno notturno Genova-Parigi. La vittima è Tranquillo Mansurati, importante esponente di una dinastia di ricchi avvocati genovesi, già senatore della Democrazia cristiana ma poi fondatore della Lista autonoma di sinistra, partito giustizialista e radicale. Il colpevole dovrebbe essere il suo vicino di wagon-lit, misteriosamente scomparso, ma, a giudicare dai documenti consegnati al capotreno, il presunto assassino è morto da tre anni. A Falsopepe non rimane che restare a Genova e mettersi a indagare. I primi da interrogare sono i parenti di Tranquillo. A cominciare dal fratello, Federico detto Freddy, celebre playboy degli anni '60, che forse nasconde un segreto. Cos'è successo davvero nell'estate del 1965? Un'estate incantata, in cui Freddy ha avuto un duplice privilegio. Quello di trovarsi a fianco dei Beatles in un inatteso bagno notturno nel mare ligure. E quello di avere una storia d'amore con Carmita Suarez, la cantante in cima a tutte le hit-parade, la donna più desiderata del mondo.

Paternostro, da amante di Simenon come si evince dai ripetuti richiami contenuti all'interno del romanzo, ha scritto una splendida storia cercando di ricalcare lo stampo "simenoniano", riuscendoci perfettamente. Con una scrittura calda e a tratti malinconica, raffinata, elegante e molto scorrevole, "Besame mucho" è un ritratto impietoso di una ricca borghesia genovese ormai scomparsa. Di una Genova che non esiste più. Mario Paternostro ha saputo ricreare perfettamente le atmosfere degli anni sessanta, dove la Riviera Ligure era il crocevia della bella vita. Ascesa e declino di una facoltosa famiglia. Una storia però nel contempo moderna, coinvolgente e avvincente, sapientemente correlata da flash back di grande impatto emotivo e che non provocano perplessità nel lettore. Affascinante lo strano parallelismo fra Genova e Parigi. Due città apparentemente diverse ma forse non così tanto. Un romanzo nel complesso molto curato. Dalle splendide descrizioni di tutti i personaggi, alle ambientazioni, alla storia che ha un ottimo intreccio narrativo. Un indubbio salto di qualità rispetto ai primi due libri con protagonista il commissario Falsopepe. La soluzione investigativa di questo giallo ben congegnato, anche se forse non propriamente a sorpresa, lascia comunque una bella impronta finale. Anche con un pizzico di retrogusto amaro. Molto sottile e ironica la descrizione della collaborazione fra la polizia italiana e quella francese. Un romanzo in cui non ci sono poliziotti super eroi o particolarmente cupi e introversi. Vite normali di persone normali, pur con qualche segreto nel cassetto. Storie giornaliere di pregi e miserie umane. Un ritorno alla classica indagine deduttiva con un tocco di modernità. Davvero piacevole per chi vuole leggere un libro ritornando con la memoria ai classici dei maestri del genere. 

Buona lettura

Paolo Vinciguerra




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