mercoledì 6 maggio 2015

Recensione de "La regola dell'equilibrio" di Gianrico Carofiglio - Einaudi -






Gianrico Carofiglio

La regola dell'equilibrio

È una primavera strana, indecisa, come l'umore di Guido Guerrieri. Messo all'angolo da una vicenda personale che lo spinge a riflettere sulla propria esistenza, Guido pare chiudersi in sé stesso. Come interlocutore preferito ha il sacco da boxe che pende dal soffitto del suo soggiorno. A smuovere la situazione arriva un cliente fuori del comune: un giudice nel pieno di una folgorante carriera, suo ex compagno di università, sempre primo negli studi e nei concorsi. Si rivolge a lui perché lo difenda dall'accusa di corruzione, la peggiore che possa ricadere su un magistrato. Quasi suo malgrado, Guerrieri si lascia coinvolgere dal caso e a poco a poco perde lucidità, lacerato dalla tensione fra regole formali e coscienza individuale. In un susseguirsi di accadimenti drammatici e squarci comici, ad aiutarlo saranno l'amico poliziotto, Carmelo Tancredi, e un investigatore privato, un personaggio difficile da decifrare: se non altro perché è donna, è bella, è ambigua, e gira con una mazza da baseball.

Addentrarsi nel mondo forense non è semplice per un non addetto ai lavori. I romanzi con protagonista l'avvocato Guerrieri, sono sempre stati invece un esempio di di semplicità e di come si possa coinvolgere appieno un lettore anche in un argomento non semplice come questo. In "La regola dell'equilibrio", Carofiglio si addentra maggiormente in questo mondo, ma la sua sempre magnifica abilità narrativa fa si che la fluidità e la scorrevolezza della lettura non ne risentano assolutamente. La storia alterna momenti di grande introspezione ad altri di pura e intelligente ironia. Un momento di pura riflessione che abbraccia tutto: etica professionale, morale, stati d'animo diametralmente contrapposti, esame di una vita lavorativa e personale. Molto diverso dai precedenti ma che da comunque continuità al personaggio di Guerrieri. Non è un legal thriller. Non si può certamente definire tale. E' sostanzialmente un viaggio alla ricerca del proprio equilibrio. Un viaggio anche all'interno della Giustizia italiana, con una approfondita analisi di quello che rappresenta oggi, non solo per chi contribuisce a esercitarla, ma in particolar modo per chi deve confrontarsi con essa. Sempre meravigliosamente descritti tutti i protagonisti, con una particolare menzione questa volta per Annapaola Doria, l'affascinante e misterioso investigatore privato, ex giornalista con misteriosi agganci non del tutto trasparenti. Non è possibile parlarne in fase di commento per non togliere nulla al piacere della lettura, al momento forse cruciale del libro, ma il discorso finale, un faccia a faccia con Guerrieri del Giudice accusato di corruzione, è semplicemente fantastico. Un capitolo di grandissima scrittura. L'ambientazione varia dalle gradazioni caotiche di una grande città come Bari, a quelle più rarefatte della sua periferia e delle lunghe strade che percorrono le meravigliose campagne pugliesi e che rasentano l'Adriatico. Malgrado l'argomento trattato non si avvertono situazioni claustrofobiche. Romanzo coinvolgente in tutti i suoi aspetti. Ottimo e consigliato. Buona lettura.

Paolo Vinciguerra

Di seguito il book trailer del romanzo: https://www.youtube.com/watch?v=oHh6dFKeLeQ

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