venerdì 1 maggio 2015

Recensione de "Il colosso di corso Lodi" di R.Besola, A. Ferrari e F. Gallone - Fratelli Frilli Editori -



Il colosso di corso Lodi
Mala & Fernet - Milano 1975

R. Besola, A. Ferrari e F. Gallone


Milano, marzo 1975. Al parco Lambro, in piena notte, un'automobile esplode. Al suo interno si trova Daniele Belotti. La vittima è il giovane rampollo di un ricco imprenditore lombardo. L'indagine viene affidata al commissario Benito Malaspina, detto il Mala, un uomo che ha conosciuto la paura e ora non ha più timore di averne. Sono anni di piombo, e le piste da seguire sono tante, troppe. Il commendator Belotti offre una taglia milionaria a chi gli consegnerà la testa dell'assassino del suo unico figlio. E qui cominciano i guai: il killer prosegue coi suoi inneschi dinamitardi ad uccidere giovani ragazzi, e non sono benestanti come il Belotti; il commissario capo Puglisi vuole risultati in tempi stretti; la stampa preme; il nuovo poliziotto che affianca il commissario Malaspina, Venditti, con quel suo fare rozzo, volgare, certo non lo aiuta; il miglior informatore del Mala, Dino Lazzati detto Fernet, cronista di nera degradato alla posta del cuore, in quella taglia intravede la possibilità di tornare in pista, approfittando dell'ingenuità di una giovane giornalista. Riuscirà Malaspina a fermare uno spietato assassino che sembra avere in mente un preciso disegno omicida di cui non si intravedono i contorni? Mala & Fernet si muovono in un cocktail pirotecnico di poliziottesco e commedia neorealista, un ritratto veritiero della Milano degli anni Settanta, delle sue strade, della sua gente, delle sue trame, di una città che ha imparato che finire significa affacciarsi a un nuovo inizio.

Strano commentare un romanzo seriale dove mancano alcuni dei principali personaggi seriali. Non è un gioco di parole ma la prima considerazione che viene in mente dopo aver letto questo nuovo episodio ambientato nella Milano degli anni settanta e scritto a sei mani dal trio Besola, Ferrari e Gallone. Lorenzo, Osvaldo e Angelo, i protagonisti dei primi due romanzi, mancano un po' in effetti, ma vengono degnamente sostituiti dal "Mala" e dal "Fernet" che diventano loro, in questo caso, i protagonisti assoluti della storia. Ancora un'ottima prova narrativa, con una scelta coraggiosa e comunque innovativa. "Il colosso di corso Lodi" mette pertanto in primissimo piano la figura del commissario Benito Malaspina, che assurge a protagonista malinconico, umano e perfettamente aderente a quegli anni, mentre il giornalista Lazzati conferma sempre più prepotentemente il suo ruolo all'interno della serie. Ai "due" ruotano intorno un'altra sarabanda di stranissimi individui: uno più incredibile dell'altro. A cominciare dal poliziotto romano Venditti, nuovo assistente del commissario. Le caratteristiche di amarezza, la crisi economica devastante, le atmosfere rarefatte dalla nebbia, le ricostruzioni perfette di quegli anni, il velo di nostalgia, continuano, e sono magnificamente descritte anche in questa nuova prova dei tre scrittori milanesi. Nessun aggancio ai precedenti, se non quelli strettamente necessari, fa si che il libro stupisca ancora una volta per l'abilità dimostrata di non cadere in banali ripetizioni e pertanto di proporre sempre qualcosa di estremamente nuovo. Ne risulta che questo romanzo e i precedenti "Operazione madonnina" e "Operazione RIschiatutto", possono senz'altro essere letti senza un ordine prestabilito. Ne "Il colosso di corso Lodi" c'è anche un leggero incremento di ritmo, più poliziesco classico rispetto ai precedenti, e seppur con la solita vena ironica, meno grottesco, più realista. Una storia amara con forte connotazione noir che lascia alla fine l'amaro in bocca e un velo di tristezza. Milano di quegli anni ne esce ancora magicamente descritta. I bar, i luoghi, i cinema, le strade...tutto ci riporta in quegli anni che avrebbero dovuto essere di innovazione, di ribellione ma che hanno portato soltanto dolore, smarrimento e perdita finale di tante ideologie. Una sconfitta di un'intera generazione. E i personaggi presenti all'interno del romanzo sono la perfetta incarnazione di questa sconfitta. Facile consigliare la lettura di questo libro. Un tuffo nel recente passato dove le cose, malgrado tutto, erano più semplici e dove una stretta di mano contava ancora qualcosa. E leggendo il romanzo, alla fine si capirà perchè. Ancora una volta Besola, Ferrari e Gallone hanno fatto centro. Ma ragà, na domanda: "in 'sta città grigia che me sembra er tubo de scappamento d'Italia, ariva davero la primavera o ve la raccontano e basta e ce credete come li pischelli co' Babbo Natale?" Firmato: Venditti.
Bellissimo libro

Buona lettura

Paolo Vinciguerra

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