giovedì 23 aprile 2015

Recensione de "Lo specchio del male" di Davide Simon Mazzoli - TRE60 -



Davide Simon Mazzoli

Lo specchio del male

Orazio De Curtis odia tutti. Odia la moglie, così gentile e remissiva, e quindi insopportabile. Odia la domestica bulgara. Odia la cittadina di provincia dove vive. Odia il suo agente letterario che continua a tormentarlo per sapere quando sarà pronto il nuovo romanzo. E sopratutto odia se stesso, uomo alla deriva, zoppo e privo di un occhio e due dita di una mano: conseguenze del terribile incidente automobilistico che, però, lo ha reso ricco e famoso. Perchè quell'esperienza ha ispirato il suo primo romanzo, diventato un caso editoriale. Peccato che ora il peso della fama lo stia schiacciando e lui abbia perso la vena creativa. Orazio trova pace solo la notte, quando spia i suoi vicini dalla finestra, in particolare la provocante figlia del giardiniere. Un passatempo destinato a costargli caro. Una sera, infatti, si accorge di essere a sua volta spiato da un ragazzino appena trasferitosi nella casa di fronte. Un ragazzino che il mattino seguente si presenta alla sua porta sostenendo di avere delle fotografie imbarazzanti: è l'inizio di un vortice di ricatti, minacce e violenze psicologiche che costringeranno Orazio a diventare una marionetta nelle mani del suo giovane aguzzino, che un giorno gli chiederà persino di uccidere per lui.

Questo romanzo ha suscitato reazioni diametralmente opposte fra i lettori. Ma con un errore di fondo sostanziale. Si è infatti posto l'accento e l'attenzione più sul tipo di linguaggio usato dall'autore che sui contenuti stessi di questo ottimo libro. Un linguaggio esplicito, a volte anche osceno, ma che caratterizza perfettamente lo stile e la personalità del protagonista. "Lo specchio del male" ha la rara capacità di disorientare il lettore, di colpirlo ripetutamente allo stomaco. Pochi e ben dettagliati personaggi, l'ambientazione praticamente unica dove si svolge tutta la trama modello "La finestra sul cortile" di "hitchcockiana" memoria, rendono questo romanzo di Mazzoli particolarmente cupo, claustrofobico, cinico, che disorienta, con uno stile quasi nervoso, sia nella scrittura che nella struttura. Periodi brevissimi e incalzanti lo rendono molto scorrevole. Orazio è un personaggio odioso, morboso, egoista, razzista, quasi folle, ma riesce in alcuni momenti a far sorridere con il suo humor nero spiazzante. Un personaggio fantastico, nuovo e totalmente borderline. La storia narrata in prima persona, scava all'interno dell'animo umano, anche nei minimi particolari, nei più intimi, quelli più nascosti. Ti vomita addosso violentemente la realtà di come la vita può trasformarti in una persona totalmente diversa. Un thriller psicologico a tinte forti, introspettivo. La storia, pur svolgendosi in un ambiente particolarmente ristretto, si sviluppa in maniera sorprendente mantenendo sempre alta la tensione del lettore. Pochi fronzoli: stile di scrittura asciutto, secco. Splendida la descrizione, ad inizio romanzo, dei momenti immediatamente successivi all'incidente che causa le menomazioni di De Curtis. Stati d'animo svelati con magistrale bravura. Al suo interno anche parti di pura bellezza narrativa con dialoghi a volte allucinanti. Ma è lo sguardo d'insieme che il personaggio dà dentro di se, di quello che vede, che descrive ad un ipotetico interlocutore o direttamente a se stesso, la parte più coinvolgente e significativa di tutto il libro. Fa pensare, riflettere sul fatto che, almeno una volta nella vita, vorremmo essere Orazio De Curtis. E il titolo "Lo specchio del male" è perfettamente rispondente alla storia. Un romanzo che comunque non vi lascerà indifferenti. Nel bene o nel male. Che vi piaccia o meno. Perchè sarà davvero come guardare la zona nera della propria anima davanti ad uno specchio. Fantastico.

Buona lettura

Paolo Vinciguerra

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