sabato 4 aprile 2015

Recensione de "Il dono del buio" di V.M. Giambanco - Editore Nord -


Il dono del buio

V.M. Giambanco

E' la paura che gli dà la la forza di correre. Il piccolo John Cameron non sente ne la fame ne il freddo e nemmeno si accorge di avere le braccia coperte di sangue. John sa soltanto che deve attraversare il bosco, nel buio. Solo così potrà chiedere aiuto per il suo amico James Sinclair. Seattle, oggi. Gli occhi bendati, le mani legate e una croce sulla fronte tracciata col sangue: è in questa macabra posa che il detective Alice Madison trova i cadaveri di James Sinclair e della sua famiglia, trucidati nella loro casa. Dalle prove rinvenute, sembra che il colpevole sia John Cameron, un criminale sospettato di numerosi altri delitti. Ma per Madison i conti non tornano. C'è qualcosa di oscuro dietro quegli omicidi, qualcosa che affonda le radici nel buio di quella notte di 25 anni prima. E, per scoprire la verità, Madison dovrà entrare in sintonia con l'assassino e accettare che, quando si volge lo sguardo verso un abisso di tenebra, anche la tenebra guarda dentro di noi.

Uno di più faticosi romanzi che abbia mai letto! Una fatica tremenda per poter terminare la lettura. Farraginoso, lento, noioso, inutilmente complicato dall'ingresso di una miriade di personaggi a fronte di una storia relativamente semplice e che poteva anche risultare interessante. Personaggi che, a parte forse la protagonista Alice Madison, risultano essere poco comprensibili e anonimi. Piatto; manca la benchè minima impennata narrativa, la scarica di adrenalina che un thriller dovrebbe dare e che tiene il lettore incollato a questo tipo di romanzo una pagina dopo l'altra. Una bella scrittura, questo si, anche se fin troppo ricercata. Lunghissimo e se ne poteva fare benissimo a meno. Molto tecnico, schematico. Privo di sentimento. Non ti entra dentro. Preceduto da un esteso battage pubblicitario e da una lunga battaglia editoriale per assicurarsene i diritti, da "Il dono del buio" mi aspettavo molto di più, specialmente dopo averne letto la sinossi. Al suo primo romanzo, Valentina Giambanco ha cercato di inserirvi tutte componenti del thriller. In effetti ci sono. Non manca nulla. Ma lo ha fatto in maniera troppo dettagliata e mischiando confusamente il tutto. La sua esperienza di sceneggiatrice cinematografica forse ha influenzato in maniera determinante il plot narrativo. Scena dopo scena. Sequenza dopo sequenza. Da un romanzo, di solito, si estrapola una sceneggiatura; qui invece sembra accadere il contrario. Con risultati non certamente brillantissimi. L'ambientazione americana, che la scrittrice padroneggia bene, è ben dettagliata e abbastanza coinvolgente. In conclusione un enorme impegno narrativo che risulta vanificato da una costruzione troppo tecnica. Peccato perchè ci sono molte potenzialità nella Giambanco per poter scrivere buoni romanzi. Deve solo lasciare andare di più la penna, o meglio, la tastiera. Lasciare andare di più il cuore.

Paolo Vinciguerra

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