giovedì 19 marzo 2015

Recensione de "La sala nera" di Irene Schiavetta & Fiorenza Giorgi - Fratelli Frilli Editori







Irene Schiavetta & Fiorenza Giorgi

La sala nera


C'è grande attesa per la mostra di brillanti organizzata nel Palazzo dell' Anziania, a Savona, dove si potranno ammirare alcune tra le pietre più preziose radunate per l'occasione dagli esperti del settore. I gioielli, dal valore incalcolabile, sono custoditi al sicuro nel caveau della gioielleria Modigliani, nel cuore della città. Una donna misteriosa tenta l'impossibile: rubare l'intera collezione. E' determinata, ha preparato ogni mossa con cura, ma le cose non vanno come previsto e deve fuggire precipitosamente, lasciandosi dietro un cadavere e mille interrogativi. La vicenda si dipana in un'altalena di personaggi: un testimone particolarmente affascinante, che cerca di far breccia nel cuore del magistrato Ludovica Sperinelli; un criminale di guerra punito per la sua crudeltà; una nonna capricciosa; il maresciallo Francesco Mancini, alle prese con un fantasma che parla e cammina.

Un romanzo piacevole. Non molto di più. Rispetto al precedente "Morte al Chiabrera" un passo avanti per quanto riguarda ritmo e intensità. I personaggi tutto sommato risultano gradevoli e simpatici, ma mancano un po' di mordente e incisività. Le loro vite private sfuggono al contesto, non si integrano. Si tenta di dare caratterizzazione ai protagonisti, per altro risultare essere in numero anche eccessivo per un romanzo breve come questo, ma non sempre vi si riesce. L'inserimento di sipari che vorrebbero essere ironici anche questo non funziona. Peccato perchè, al di la di una storia che potrebbe essere anche interessante, le due scrittrici savonesi inseriscono un'ottima e lunga parentesi che rimanda ai tempi del fascismo e delle leggi razziali, e che alla fine risulta essere la parte più coinvolgente del libro. La rapina e l'omicidio, delitti risolti tutto sommato in maniera semplice dalla Sperinelli e da Mancini, diventano così un pretesto per narrare tutt'altra cosa. Curiosa anche se non del tutta inedita caratteristica. Irene Schiavetta e Fiorenza Giorgi hanno un'ottima scrittura, lineare, piacevolissima, ma, ripeto, manca quel guizzo, quel cambio di ritmo. Anche nello sviluppo delle indagini, si leggono troppi "per fortuna", "fortunatamente" e "miracolosamente", sminuendo così quella che è una giusta e logica sequenza temporale investigativa, denotando inoltre un'ottima conoscenza di tutte le procedure. Buona anche l'ambientazione e i ritmi soft sono forse dovuti anche a questa localizzazione di provincia. Un discreto giallo "La sala nera", elegante, da leggere senza però avere pretese di scosse adrenaliniche. La Schiavetta e la Giorgi, hanno nelle loro penne moltissimo da dare ai lettori rivedendo poche cose e adeguando la loro scrittura alle situazione narrative, andando giù anche duramente dove questo occorre, senza paura. Il mondo che descrivono è fatto anche di questi piccoli ma fondamentali particolari.


Paolo Vinciguerra

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