mercoledì 25 febbraio 2015

Roberto Centazzo: Toccalossi e l'impicciona - Fratelli Frilli Editori

Roberto Centazzo: Toccalossi e l'impicciona

Fratelli Frilli Editore




Toccalossi, procuratore distrettuale antimafia a Genova e provvisoriamente anche procuratore capo, segue il caso di un uomo finito sotto il treno, forse per disgrazia o forse no. Una trama fitta di misteri a cominciare dalla vera identità della vittima. Il giudice, aiutato dal maresciallo Centofanti, che sembrerebbe ormai prossimo alla pensione, e dal suo nuovo aiutante, l'agente Codino della Polfer, si scontrerà contro un muro di gomma fatto di depistaggi, silenzi, sentore di servizi segreti. Nerina, la quasi ottantenne vicina di casa della vittima, sarà parte integrante dell'indagine. Un'indagine dal finale amaro. 

Roberto Centazzo ci ha abituato bene, diciamolo. Molto bene. Ma con l'ultimo romanzo della serie dedicata al fantastico personaggio del giudice Toccalossi, si è superato ancora offrendoci forse il meglio di se. Un romanzo nel quale la storia appare, certo, ma risulta un po' ai margini. Ma c'è un importante motivo. La storia qui è fatta da e per i personaggi.  Sembra che lo scrittore savonese abbia davvero voluto buttare dentro questo libro tutta la sua sensibilità e capacità descrittiva dei vari stati d'animo. Riuscendoci perfettamente. Una narrazione, a tratti, quasi sofferta, intensissima. Toccalossi è un personaggio esistenzialista, stanco, disilluso dal lavoro e dalla vita, ma che, travolgendo tutto e tutti, si getta nella mischia lavorativa, giorno e notte, con orari assurdi facendo ammattire i suoi collaboratori che però lo ammirano e lo venerano. Il maresciallo Centofanti, in questo specifico episodio quasi protagonista assoluto, è anch'egli fortemente deluso ma avrà modo di rifarsi. L'ottimo personaggio di Nerina, l'impicciona in questione, poi è davvero di notevole spessore, come la figura di Laura, la donna che farà breccia nel cuore di Centofanti. Rispetto ai precedenti romanzi insomma,  molte figure femminili in più e assolute protagoniste. A conferma di quanto detto riguardo alla sensibilità inserita nelle pagine di questo libro, il capitolo 26 è un piccolo capolavoro nel quale Toccalossi deve sospendere momentaneamente le indagini perchè colpito da un grave lutto famigliare.  Un capitolo di rara intensità emotiva. Un capitolo breve, di appena tre pagine, ma dove appare chiara la forza dell'uomo, in generale, che dopo un primo comprensibile momento di dolore e sbandamento emotivo, reagisce, pronto a ricominciare, pronto nuovamente a lottare, a credere in quello che fa. Ferito ma non sconfitto dalla vita. Ambientato fra Genova e Savona, con pochissimi riferimenti alle varie ambientazioni, se non proprio quelli necessari, "Toccalossi e l'impicciona" scorre in maniera fluida, veloce, aiutato dalla scrittura sempre più entusiasmante di Centazzo.  A mio giudizio è il più bello della serie. Un unico appunto lo muoverei al titolo. Non da per niente l'idea di cosa si stia per leggere. E' un titolo non convincente come primo impatto. E del personaggio di Nerina tutto si può dire, ma non che sia un'impicciona appunto! Anzi risulta essere una simpatica anziana che si preoccupa del suo giovane vicino scomparso e al quale vuole bene, pertanto non la riterrei tale. Parere del tutto personale ovviamente,  ma questo titolo svilisce abbastanza un romanzo molto intenso, emotivo e commovente. Assolutamente da non perdere. Buona lettura.

Paolo Vinciguerra  

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